Stando alle statistiche, in Italia ed Europa, si sta notando un certo calo nel consumo di prodotti lattiero-caseari. Le nuove diete, le informazioni discordanti sulla pericolosità o scarsa digeribilità di questo famoso liquido bianco, unito allo scetticismo di molti consumatori e la nascita di nuovi correnti di pensiero...

Ad ogni modo, secondo il CLAL, nel 2017 i cittadini della UE hanno consumato ben 65,75 kg di latte, contro gli 81,12 di kg degli Stati Uniti e i sorprendenti 117,56 kg della sola Ucraina.

Se, da un lato, esiste sicuramente un cambio nelle abitudini alimentari europee e italiane, non bisogna scordare che aziende produttrici e allevatori oggi devono far fronte a tutta una serie di regole e norme, sia di carattere legale che igienico-sanitario sempre più dure e ristrettive.

Questo ha portato, evidentemente, a stimolare la ricerca scientifica e tecnologica, per fornire nuovi strumenti per l'analisi del latte come la citometria a flusso di cui vi parliamo in questo articolo. L'industria deve poter analizzare, misurare e quantificare tantissimi elementi, presenti nel latte. Acqua, il grasso, la proteina, la caseina, le cellule somatiche, la carica batterica, etc.

In passato, i sistemi di analisi erano spesso lunghi, sicuramente costosi e non sempre efficientissimi. Oggi, con la citometria a flusso non solamente è possibile sapere tutti sugli elementi a cui accennavamo prima, me parmette di avere la certezza della cosiddetta attitudine casearia. Ovvero la capacità del prodotto a poter essere consumato senza rischi per la salute.

La novita? La citometria a flusso è rapida, precisa e ha un costo minore. Un fattore da non sottovalutare in paesi come l'Italia, in cui nel 2017 i prodotti lattiero-caseari hanno registrato un -3,2%.

Cos'è questo nuovo sistema di misurazione? Si tratta di una tecnica laser, sviluppata in ambito biologico, che consente di raccogliere dati analitici relativi alle cellule presenti nel latte. Permette quindi di rilevare, misurare a analizzare, simultaneamente, più parametri su migliaia di cellule, allo stesso tempo. 

Da un lato, si assicura la qualità del latte, scongiurando eventuali anomalie. Dall'altro, si verifica la salute degli animali, per la presenza di eventuali malattie.

Con la citometria a flusso, infatti è possibile contare le cellule somatiche: macrofagi, linfociti e neutrofili.

I macrofagi rappresentano la base del sistema immunitario dell’animale: per determinare lo stato di salute di una mucca, per esempio, basterà controllare che il loro numero sia elevato, con pochi linfociti e neutrofili. Questo significa dunque la possibilità di bloccare una eventuale partita di latte inadeguato per il consumo e anche l’intervento su un animale che può comunque essere recuperato, grazie alle cure tempestive.

La citometria a flusso si sta evolvendo molto rapidamente e permette di fornire agli operatori di settore importanti informazioni sia sul latte di massa che su quello individuale. L’azienda americana Bentley Instruments, da anni si dedica all’analisi del latte e ha inserito questa nuova tecnologia della citometria a flusso in tre suoi macchinari di ultima generazione: il BACTOCOUNT (conta i batteri individuali e cellule somatiche), il SOMACOUNT (misura le cellule somatiche) e il SOMACOUNT FCM (rileva malattie come le mastiti).