La passione per uno sport non può diventare simbolo di una cultura, che affonda le sue radici nei secoli, nell'arte. La storia di Napoli è gloriosa, la città è stata crocevia di numerose civiltà; le ha accolte, ha preso ispirazione nella cucina, nelle tradizioni, nella pittura, nella scultura. 

Il centro storico di Napoli è patrimonio dell'Unesco. La passione per il calcio e per la squadra del cuore, però non può essere ergersi a simbolo di una grande città. 

In questi giorni l'entusiasmo è a mille, i colori hanno invaso la città e le sue periferie, si canta di gioia, e si parla anche. E qualcuno azzarda: Maradona ci rappresenta, e frasi del genere.

Tifare per la propria squadra va bene, esporre striscioni e bandiere, intonare cori, la gioia è ben venuta, ma attenzione a non dimenticare cos'è veramente Napoli. Chi ama questa città dovrebbe conoscere la sua storia, la sua cultura, e studiarla ogni giorno, aprire i libri di storia per capire, per respirare perché questa città è diventata grande. 

Non può ridursi tutto a un pallone. L'orgoglio nasce dalla vera conoscenza, dalla consapevolezza di appartenere a un popolo che non si arrende, che ha un grande cuore, che sa accogliere, che sa amare, che sa inventarsi, che sa arrangiarsi, che vince (e non solo sul campo di calcio).

Perché Napoli è grande? 

Napoli ha vissuto sotto diverse dominazioni che ne hanno profondamente segnato il percorso culturale e artistico:

– epoca greco-romana;
– epoca bizantina-Ducato di Napoli;
– i Normanni;
– gli Svevi;
– gli Angioini (Carlo d’Angiò);
– gli Aragonesi;
– viceré spagnoli;
– periodo borbonico;
– dominio francese;
– ritorno dei Borbone (Regno delle due Sicilie)

Una passeggiata tra le strade e i vicoli di Napoli è rigenerante, è come camminare in tutte le epoche della storia. C’immergiamo nel Borgo Marinari, casa per pescatori che rientrano dalle lunghe  fatiche del mare. Arriviamo alla Villa comunale, ed eccole le tredici fontane, volute da Ferdinando IV di Borbone, ispirato dalle “Tuilieres” di Parigi.

Serra Temperata è una bellissima costruzione restaurata, con una lunga facciata dove le semicolonne doriche scanalate si alternano alle vaste aperture ad arco, chiuse da vetrate. Accanto all’ingresso dell’Orto, ecco l’edificio dove risiede il dipartimento di Biologia vegetale della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Napoli.

Dai Quartieri Spagnoli a Forcella, Spaccanapoli è la strada che taglia in linea retta Napoli. La Chiesa del Gesù Nuovo, l’Obelisco dell’Immacolata e il Monastero di Santa Chiara ci aspettano. La Chiesa è una costruzione tipica del barocco napoletano, con marmi, decorazioni e dipinti di grande valore storico artistico.

Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui. Forza Napoli