Anche il 1° novembre migliaia di bielorussi sono scesi in strada, nella capitale Minsk, per chiedere le dimissioni del presidente Alexander Lukashenko, nuove e elezioni e il rilascio dei prigionieri politici arrestati a seguito delle manifestazioni che si sono succedute a partire dall'agosto scorso. 

Ed anche ieri, la polizia antisommossa non ha mancato di arrestare circa 300 persone, dopo aver fronteggiato i manifestanti sparando colpi di avvertimento in aria e utilizzando granate assordanti e cannoni ad acqua.

Nonostante ciò, in una riunione del Consiglio per i diritti umani (Human Rights Council, HRC) delle Nazioni Unite tenutasi questo lunedì, la Bielorussia ha negato che le  forze di polizia abbiano potuto commettere abusi nei confronti dei manifestanti... come se nessuno avesse visto e ascoltato le testimonianze di torture e percosse registrate in questi mesi!

L'Unione europea, questa settimana, dovrebbe approvare nuove sanzioni contro un secondo elenco di alti funzionari bielorussi che comprende il divieto di ingresso nei Paesi Ue e il congelamento dei loro beni. Questo secondo elenco include anche Alexander Lukashenko.