In una dichiarazione rilasciata martedì, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto di non esser pentito del ritiro delle truppe statunitensi  dall'Afghanistan, dove dopo 20 anni i talebani stanno gradualmente riprendendo il controllo dell'intero territorio in un conflitto che dallo scorso maggio ha già causato più di 1.000 vittime tra i civili.

L'offensiva dei talebani, in questo momento, è concentrata principalmente sulle città del nord. Dopo aver perso Kunduz, nelle ultime ore, anche la città di città di Ghazni è sotto attacco delle milizie islamiche, che adesso controllano nove dei 34 capoluoghi di provincia del Paese.

Così, il presidente Ashraf Ghani  si è recato a Mazar-i-Sharif, città tradizionalmente considerata un bastione anti-talebani, oltre ad essere di importanza strategica per il controllo del vicino confine che separa l'Afghanistan da Uzbekistan e il Tagikistan, per cercare di ricompattare le forze filo-governative, che si stanno sgretolando a causa anche delle molte defezioni che hanno fatto seguito all'offensiva talebana. E per tale motivo, è stata decisa la rimozione del capo dell'esercito afgano, il generale Wali Mohammad Ahmadzai.

Nonostante l'aviazione Usa fornisca supporto aereo alle truppe regolari per contrastarne l'avanzata, il Washington Post, citando fonti anonime basate su valutazioni militari statunitensi, ha dichiarato che la capitale Kabul potrebbe cadere nelle mani dei talebani entro i prossimi 90 giorni.