Quando si parla di guerre meglio allontanarsi dalle categorie di giusto e sbagliato; di torto o ragione. Perché è poi la storia che prende atto e ne decreta il risultato; e conta solo chi le ha vinte.

Nel durante ci possiamo dividere, possiamo parteggiare per l’uno e per l’altro dei contendenti; ma alla fine, sarà cinico, ma tutto si assoggetterà al nuovo assetto e a chi ha prevalso. Perché è a questo che le guerre servono, a modificare assetti, confini e sistemi. O almeno è a questo che dovrebbero servire, perché non è più così da tempo ormai.

Dopo la seconda guerra mondiale infatti, che ha realmente raggiunto il suo scopo, le guerre non si vincono più. Puoi avere gli armamenti più moderni, più potenti, anche forze soverchianti, ma tutto si trascina anche per anni in una palude di piccoli passi e arretramenti, senza mai riuscire a raggiungere lo scopo per cui erano state mosse.

Gli esempi sono tanti, Libia, Iraq, Afganistan; e anche le guerre in corso oggi, a causa dell’intreccio inestricabile di interessi incrociati, difficilmente porteranno a un risultato definito, a un punto fermo e un nuovo equilibrio. Ma creeranno solo i presupposti per nuovi focolai e alla continuazione di un conflitto limitato e permanente. Conflitto che finisce per vivere di se stesso, e ha perso del tutto il suo obiettivo originario; se anche ci fosse stato.

Guerre che a questo punto non sono né giuste né sbagliate, ma sono solamente del tutto inutili. Così come desolante è la inutilità delle decine di migliaia di ordigni nucleari, pronti all’uso, spesso usati per minacce di cartone. Solo fuffa, perché salvo qualche paio di esplosioni iniziali, resterebbero a far polvere negli arsenali.

E noi ci accapigliamo per sostenere la guerra giusta contro quella sbagliata, a invocare una pace che scenda dall’alto su di noi, invece si soffermarci sulla sua stupidità. Le guerre oggi non si vincono più, e sono stupide perché creano danni senza concretarne reali vantaggi.