In attesa che nelle prossime ore e nei prossimi giorni ci venga svelato tutto ciò che si nasconde nelle pieghe della "manovra del popolo", è possibile fin da subito, comunque, darne un giudizio.

Prima di tutto le intenzioni. Dare o ridare al popolo tutto ciò che gli è stato o gli sarebbe stato tolto negli anni passati non è certo sbagliato. È evidente che opporsi a tale finalità è insensato, da parte di chiunque ritenga corretto vivere e supportare un regime democratico. Quindi, se effettivamente il Governo dà al popolo ciò che in passato non gli è stato dato o gli è stato tolto, perché esser contrari alla manovra?

Il problema è, quindi, capire se ciò possa avvenire senza mettere ulteriormente a rischio i conti dello Stato, almeno rispetto a quanto già non lo siano adesso. Infatti, nel caso le buone intenzioni del Governo finiscano per creare ulteriore deficit, anche i benefici dati alla gente finirebbero, poi, per essere temporanei o fittizi.

Quali sono i benefici che gli italiani otterranno dalla manovra? Il superamento della legge Fornero per andare in pensione a 62 anni o, almeno, un rapporto contributivo che preveda il raggiungimento, tra età e anni di lavoro, di quota 100, reddito e pensioni di cittadinanza, la cosiddetta pace fiscale con sanatorie e rimodulazioni in più anni dei debiti pregressi con il fisco, la flat tax per gli autonomi...

Inoltre sono previsti alcuni sgravi fiscali per le aziende, investimenti - non meglio precisati - per lo sviluppo, ulteriori agevolazioni per gli utenti in relazione ad assicurazioni, pignoramenti, ecc...

Le due forze politiche che supportano la maggioranza di Governo pensano che le misure, seppur superficialmente, sopra riassunte possano soddisfare le loro promesse elettorali ed assicurar loro un ampio consenso alle prossime elezioni europee.

Sempre in base a quanto dichiarato dal Governo, il costo per dar seguito a quanto indicato nella manovra è di circa 37 miliardi di euro. Dove trovare questi soldi? Per il Governo 22 miliardi devono andare a sommarsi a quelli che già gravano sul nostro debito pubblico, gli altri 15 mancanti, invece, saranno quasi parimenti coperti da tagli, risparmi e aumento delle entrate che le misure in manovra "dovrebbero" produrre.

Senza voler essere nemici né del Governo, né del popolo, è evidente a chiunque che quelle che in questa manovra sono più che certe sono le uscite, mentre del tutto ipotetiche sono le voci relative a tagli, risparmi e maggiori entrate.

Il ministro dell'Economia Tria, nella conferenza stampa di presentazione, ha cercato insistentemente di dimostrare la coerenza e la sostenibilità della manovra, dicendosi certo di poter convincere, al riguardo, sia le istituzioni europee che quelle finanziarie. È una manovra che favorirà lo sviluppo e che ferma l'austerity, non più percorribile in futuro, secondo quanto dichiarato dal premier Conte.

E nel documento che accompagna la legge di bilancio del nostro Paese per il prossimo triennio il Governo ha dichiarato che comunque "intende riprendere il percorso di riduzione del deficit per il pareggio di bilancio dal 2022 in avanti. Se il Pil Reale e la disoccupazione, in termini di unità di lavoro, ritornano a livelli pre-crisi prima del 2021, l'aggiustamento strutturale del bilancio può essere accelerato".

I primi risultati della manovra non potranno comunque essere giudicati se non dopo l'estate del prossimo anno, quando le elezioni europee si saranno già svolte. Quindi, il Governo italiano difficilmente potrà essere condizionato nelle sue decisioni dalle dichiarazioni della Commissione Ue.

Piuttosto, saranno i mercati a giudicare la sostenibilità dei conti italiani ed il loro giudizio, difficilmente, il governo potrà ignorarlo.

Ed è questo aspetto a creare dubbi sulla sostenibilità stessa della manovra. Infatti, il ministro Tria, inizialmente, sembrava orientato ad un approccio più soft in relazione ai punti del contratto di Governo da mettere in atto a partire dal prossimo anno, proprio pensando alla necessità di non attirare i riflettori di Europa e soprattutto dei mercati sull'Italia.

Di Maio e Salvini gli hanno imposto un diverso approccio e adesso non resta che attendere che cosa accadrà nei prossimi giorni.