Scoop di Avvenire: è lo Stato italiano a trattare con i trafficanti libici, non le Ong
E adesso? In questi anni ci hanno praticamente stordito con il ritornello che puntualmente tuttora viene riproposto dal sovranista di turno e dal giornalista compiacente: le Ong trattano con i trafficanti di uomini libici.
Un'accusa infamante, ma mai provata. Nonostante ciò, ripetutamente riproposta in base alle esigenze della propaganda della politica.
Adesso, però, grazie ad uno scoop di Avvenire e del suo giornalista Nello Scavo (nomen omen), che da tempo si occupa di migranti come è facile capire seguendo il suo profilo social, sappiamo che a trattare con i trafficanti libici non sono le Ong, ma lo Stato italiano, con i nostri servizi segreti che, nel maggio 2017, hanno organizzato un incontro al Cara di Mineo tra autorità italiane e colui che è riconosciuto ufficialmente dalla comunità internazionale come il numero uno dei trafficanti libici di esseri umani, Abd al-Rahman al-Milad, altrimenti noto come Bija, ritenuto responsabile della morte di decine di persone.
L'incontro al Cara di Mineo di cui parla Avvenire, testimoniato da numerose immagini ottenute attraverso una fonte ufficiale, era stato organizzato per negoziare il blocco delle partenze di profughi e migranti dalla Libia.
Come riportato nell'inchiesta, Bija (di cui già era ampiamente nota l'attività di trafficante) viene presentato nella riunione come "uno dei comandanti della Guardia costiera della Libia".
Che cosa hanno ottenuto i libici in quella riunione? Di ricevere gli stessi soldi che in Italia venivano spesi per gestire una struttura come quella del Cara di Mineo. I libici avrebbero pensato loro ad "ospitare" i migranti provenienti dal sud dell'Africa, evitando così le partenze verso l'Europa.
Detto fatto, dopo quel'incontro parte la campagna anti Ong e "vengono annunciati interventi dell’Italia e dell’Europa per aprire campi di raccolta nel Paese nordafricano".
Quella pubblicata da Avvenire oggi è solo la prima parte di un'inchiesta esplosiva di cui i governi passati e quello presente ("stiamo lavorando bene con loro, la Guardia costiera libica sta facendo un ottimo lavoro" ha detto il neo ministro dell'Interno Lamorgese lo scorso 23 settembre) non potranno non tener conto... così come la magistratura che adesso potrà effettivamente scoprire chi stava realmente facendo affari con i trafficanti libici.
Nel frattempo, Minniti e Salvini sono chiamati a dare spiegazioni fin da subito... e non solo loro, visto che i presidenti del Consiglio Gentiloni e Conte non possono essere estranei a tali fatti.