Prof. Sopoćko, in seguito alla riflessione sulla proprietà fondamentale di Dio, compie tentativo di concepire la misericordia come mistero insondabile della Trinità. Sicuramente non è stata per lui un’impresa facile. Anche perché la professione stessa della fede nel Dio unitrino sembra un mistero irraggiungibile, di cui non si sa che farsene e che non aiuta a comprendere meglio la misericordia divina. Possiamo notare che fin dal 1936, il teologo polacco inizia la riflessione sistematica sulla Trinità[1], leggendola nella chiave della misericordia, poi prosegue fino all’anno 1962 contribuendo al suo notevole sviluppo[2], come vedremo successivamente. Costatiamo che essa si svolge in un tempo lungo, però sicuramente non è la medesima ripetizione delle argomentazioni già conosciute, ma un’interpretazione della creazione e della storia della salvezza dal punto di vista della misericordia[3], con l’aggiunta dell’approfondimento dell’essenza di Dio. 

Sopoćko, elaborando il mistero della misericordia nella Trinità[4], chiamandolo il buio pieno di luce[5], parte dal concetto affermativo che Dio esiste[6], nota che la parola יהךה è presente in tutte le lingue del linguaggio umano e che l’idea di Dio c’è già dentro gli uomini, però molto “annebbiata”, come si desume dal seguente testo. 

 «I pensieri umani che riguardano Dio sono molto annebbiati. Se non avessimo mai visto il sole, ma soltanto lo giudicassimo dalla luce che si vede in un giorno nuvoloso, non saremmo in grado di farci una giusta concezione sulla sorgente della luce del giorno (…). Non c’è modo di approfondire tutte le perfezioni che riguardano l’essenza di Dio: esse sono molteplici e difficili da conoscere. Tra tutte queste perfezioni, il Signore Gesù ne sottolinea una, per la quale, come da una fonte, scaturisce tutto quello che ci succede sulla terra e nella quale Iddio vuole essere glorificato per tutta l’eternità: é la misericordia di Dio. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro (Lc 6,36)»[7].

 Sopoćko, dopo la riflessione dei linguaggi biblici e la meditazione sul nome di Dio, viene colpito particolarmente dal Salmo 58. Nell’ultimo versetto di questo Salmo c’è una straordinaria e singolare formulazione: «O mia forza a te voglio cantare, poiché tu sei,  o Dio, la mia difesa; mio Dio, tu sei la mia misericordia» (Sal 58,18). Il Nostro, nell’approccio all’espressione, Deus meus, misericordia mea, sottolinea che essa non dice: tu sei misericordia per me, tu sei misericordioso nei miei confronti, ma addirittura “tu sei la mia misericordia”. Sopoćko interpreta così questa espressione dell’Antico Testamento: «l’uomo dipende da Dio e l’origine dell’essere dell’uomo è sempre Dio misericordioso»[8].  Perciò, in quanto origine, Dio è chiamato “misericordia”, come fonte e come inizio. «Il nome di Dio è “misericordia”, “è l’essere eterno amore”, “è l’origine dell’essere di tutti gli uomini”, perché essi derivano ed esistono grazie ad un atto di amore»[9].

Tuttavia, «la rivelazione esplicita dell’atto di amore e della misericordia di Dio  è inseparabilmente legata alla rivelazione fondamentale di Dio, in occasione dell’esodo e della liberazione di Israele dall’Egitto, e alla sua rivelazione al Sinai o Oreb»[10]. Già nel roveto ardente, Dio misericordioso si rivela come il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe[11]. Potremo dire che «la rivelazione dell’Oreb si riallaccia all’inizio della storia della salvezza, cominciata con Abramo»[12]. Infatti, «tutte e due le volte, Dio si rivela come un Dio buono che chiama a uscire e che conduce fuori»[13]. Diremo che «Dio è un Dio che vede la miseria del suo popolo e ode il suo grido (cf. Es 3,7-9)»[14]. «Dio non è un Dio morto e muto; egli  è un Dio vivo che si prende cura della miseria degli uomini, che parla, che agisce e interviene, che opera, libera e redime»[15]. Don Gregorio - prof. sac. Grzegorz Stanislaw Lydek


[1] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże. Studium teologiczno-praktyczne [Misericordia di Dio. Lo studio teologico-pratico].

[2] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, s.e., Rzym 1962.
[3] Ricordiamo che Sopoćko fu vittima dell’occupazione nazista e costretto a nascondersi presso le Suore Orsoline a Czarny Bór (1942-44), dove aveva molto tempo a disposizione per riflettere e scrivere: cf.  H. Ciereszko, Życie i działalność Księdza Michała Sopoćki (1888-1975), p. 309. Allora il Nostro ricercò nuove categorie del pensiero teologico, scoprì itinerari metodologici sconosciuti, tese instancabilmente verso l’orizzonte della misericordia di Dio. «Già da due settimane mi sono trovato in disparte, secondo la volontà di Dio, vicino alla natura - il libro vivente - dal quale sto leggendo e lodando l’infinita misericordia di Dio»: M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia - listy z Czarnego Boru, p. 13. I passi fondamentali della teologia dogmatica di Sopoćko, in linea storico-analitica, hanno aperto nuovi orizzonti metodologici ed esperienziali, che hanno dato un valido contributo alla ricerca di “nuove categorie” del pensiero e della vita sul tema in questione. Egli costruì “l’originale metodo della misericordia di Dio come modello esemplare dell’apostolato”. Il teologo polacco spiega la sequela di Dio, ricco di misericordia, alle persone dedite all’azione dell’apostolato. La misericordia si doveva dimostrare concretamente nel rispetto reciproco delle differenze religiose, della libertà altrui e nell’identificazione delle cause principali dell’incredulità, cioè nella vita concreta. Di fronte ad una persona che si è allontanata da Dio e che ha peccato, non si può imporle solo il peso morale della colpa, ma bisogna aiutarla ad incontrare Dio, sempre pronto al perdono e a donare la Grazia in abbondanza: cf. M. Sopoćko, Projekt Konstytucji Miłosierdzia Bożego, dattiloscritto, AKAB, VII 9.  
[4] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże nadzieją ludzkości, Wrocław 1948, pp. 8-9: Miłosierdzie Boże jedyna nadzieja ludzkości, Londyn 1949, pp. 10-11; H. Ciereszko, Ksiądz Michał Sopoćko Apostoł Miłosierdzia Bożego, Wydawnictwo WAM, Kraków 2004, p. 15; M. Sopoćko, Beato don Michele Sopoćko - Diario, pp. 269-270; M. Sopoćko, Kazania o Miłosierdziu Bożym [Le omelie sulla misericordia di Dio], KMB, Białystok 2008, p. 71. Sopoćko scopre in sant’Agostino importanza del rapporto tra ricerca di Dio e dottrina trinitaria. Il Nostro era convinto che non si può comprendere la dottrina sulla Trinità, senza contestualizzare il senso della sua ricerca del Dio di Cristo Gesù, pena il ridurre la dottrina trinitaria ad aride formule tecniche astratte. Infatti, scrive che: «Il mistero della Trinità può essere dischiuso solo a partire dal Cristo»: M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 17. 
[5] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 53.
[6] Cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu,  p. 171.
[7] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 49. 
[8] M. Sopoćko, Jezus Król Miłosierdzia [Gesù il Re della misericordia], pp. 43-44.
[9] Ibidem.
[10] W. Kasper, Misericordia, p. 75.
[11] Ibidem.
[12] Ibidem.
[13]Ibidem.
[14] Ibidem.
[15] Ibidem.