Nel rapporto di Legambiente del 13 agosto sullo stato di salute del mare e dei laghi italiani si evidenzia un quadro preoccupante, con possibili gravi conseguenze ambientali. Queste le criticità rilevate...

Inquinamento idrico

La presenza di punti "fortemente inquinati" e "inquinati" (rispettivamente 101 e 39 su 394 campioni) dimostra un elevato livello di contaminazione, principalmente causato da scarichi non depurati o mal gestiti, che rilasciano sostanze inquinanti e microbi nel sistema idrico. Questo inquinamento è particolarmente evidente nelle foci dei fiumi, dove il 59% dei campioni ha superato i limiti di legge, aggravando la qualità delle acque costiere e lacustri.


Cambiamenti climatici

L'accelerazione della crisi climatica ha un impatto diretto sui sistemi di depurazione. Eventi meteorologici estremi, come piogge intense, possono sovraccaricare gli impianti di depurazione, portando a scarichi non trattati che aggravano ulteriormente l'inquinamento delle acque. Inoltre, la siccità protratta, soprattutto nel sud Italia, ha ridotto i livelli idrici nei laghi, concentrando gli inquinanti e danneggiando gli ecosistemi locali.


Tropicalizzazione del Mediterraneo

Il riscaldamento delle acque marine, soprattutto nell'Adriatico, sta favorendo la tropicalizzazione del Mediterraneo, con conseguente aumento della presenza di specie aliene come il granchio blu. Questi cambiamenti alterano gli equilibri degli ecosistemi marini, minacciando le specie autoctone e la biodiversità.


Impatto delle attività umane

L'urbanizzazione incontrollata, la cementificazione costiera, l'abusivismo edilizio e le trivellazioni rappresentano ulteriori minacce per l'integrità degli ecosistemi marini e lacustri. Queste attività, insieme alla lentezza burocratica e alle opposizioni locali allo sviluppo delle energie rinnovabili come l'eolico offshore, impediscono una gestione sostenibile delle risorse naturali e una risposta efficace alla crisi climatica.


Effetti sulla biodiversità

L'inquinamento e la crisi climatica contribuiscono alla perdita di biodiversità sia nei mari che nei laghi. Specie sensibili alle variazioni di temperatura e alla qualità dell'acqua sono particolarmente a rischio, mentre l'introduzione di specie aliene può portare all'estinzione di specie autoctone e alla destabilizzazione degli ecosistemi.

Queste problematiche richiedono interventi urgenti e coordinati a livello nazionale, come proposto da Legambiente, per migliorare i sistemi di depurazione, promuovere l'adattamento climatico, espandere le aree protette e investire nelle energie rinnovabili. Solo attraverso un approccio integrato e sostenibile sarà possibile mitigare i danni ambientali e preservare la salute dei mari e dei laghi italiani.

"Anche quest'anno Goletta Verde e dei laghi, insieme agli osservati speciali, – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci ricordano come i fiumi ed i canali che si immettono in mare e nei laghi possano essere veicolo di inquinamento dovuto ad una cattiva o assente depurazione. Un tallone d'Achille del nostro Paese che ha già pagato sanzioni pecuniarie per oltre 142 milioni di euro. Per questo oggi lanciamo la proposta di un piano nazionale per mare e laghi basato su quattro pilastri per contrastare anche la crisi climatica: dal sistema di depurazione ai piani di adattamento al clima passando per più aree protette; ma è fondamentale investire anche su rinnovabili ed eolico offshore su cui l'Italia è in forte ritardo con un solo parco eolico attivo, quello di Taranto, e zero progetti autorizzati tra gli 87 segnalati sul portale VAS-VIA del Mase. Pochi quelli ammessi alla valutazione di impatto ambientale, nonostante un potenziale importante messo in evidenza proprio da questi per una potenza complessiva di almeno 68 GW, ma anche dal fermento dimostrato con le richieste di connessione a Terna, che a fine giugno, arrivano a 133 per 84 GW di potenza. Impianti che non si faranno certamente tutti, ma che mettono in evidenza l'interesse che le imprese hanno per i nostri territori"."I risultati di Goletta Verde e dei Laghi – aggiunge Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, – risentono spesso anche delle differenti condizioni metereologiche avute nei mesi estivi di questi ultimi due anni, in cui si è passati da una condizione di siccità dominante in tutto il territorio del centro nord della penisola, con fiumi in secca e canali prosciugati, ad un'estate come quella in corso che è stata caratterizzata invece da frequenti ed abbondanti piogge che possono aver mandato in sofferenza gli impianti di depurazione. Evidenze che si sono viste soprattutto nel corso della Goletta dei laghi dove, rispetto al 2023, quest'anno è cresciuta la percentuale complessiva di punti oltre il limite di legge, passando dal 23% dell'anno scorso al 33% del 2024”. Legambiente ricorda che ad oggi pesano sull'Italia quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue (91/271/CEE); l'ultima (2017/2181) è ancora in fase di istruttoria, le prime tre sono già sfociate in sentenza di condanna e in particolare la prima, risalente al 2004, è giunta fino alla sanzione pecuniaria".