La situazione di isolamento forzato e i margini per gli spostamenti a causa della pandemia da coronavirus creano problemi a molti di noi, in particolare ai figli di genitori separati non riconosciuti come congiunti dalla Legge italiana.

Questo il caso di Alessia, separata e madre di Levon (6 anni) che ogni volta che lo va a prendere rischia una sanzione amministrativa per spostamenti non necessari.

E tutto perché il figlio avuto dalla sua ex compagna a Roma non è stato riconosciuto come suo figlio, anche se è in affido congiunto.

Una vicenda che ha dell’incredibile.

“Quando salgo in macchina per andare a prendere mio figlio ho già paura e mi tremano le mani. Finora solo una volta mi hanno fermata per controlli, lo stavo riportando a casa mia. Mi hanno chiesto spiegazioni, ho detto che non ho nemmeno i documenti che dimostrano che è mio figlio. Per fortuna ho trovato persone comprensive”.

Purtroppo il Comune di Roma non consente di ottenere il riconoscimento anagrafico per i figli nati all’estero da famiglie LGBT+ come accade in altri comuni, ad esempio a Torino.

Sarebbe il caso di una Legge che provveda al riconoscimento dei figli delle coppie LGBT+ in tutta Italia.