La Corea del Sud è in guerra con quella del Nord dal lontano 1953. Tecnicamente, si può dire che i due paesi lo siano tuttora perché l'uso delle armi è stato sospeso grazie ad una tregua e non in seguito ad un trattato di pace.

Quindi, nell'eventualità che il conflitto potesse riprendere, ogni anno Stati Uniti e Corea del Sud organizzano delle esercitazioni militari congiunte per valutare lo stato di "salute" dei propri schieramenti e la loro capacità d'intervento nel caso di un nuovo conflitto.

L'esercitazione congiunta di quest'anno avrà luogo la prossima settimana e in molti danno per scontato che nuove tensioni si avranno per quella data. In passato, in occasione di questo appuntamento, Pyonyang ha pensato fosse opportuno lanciare qualche missile. Quest'anno, una simile possibilità potrebbe avere effetti imprevedibili.

Kim Jong-un nei giorni scorsi ha indicato l'isola di Guam come obbiettivo per il lancio di ben quattro missili. L'isola di Guam è territorio statunitense e, anche se i lanci finissero al largo dell'isola in acque inernazionali, non è detto che gli Stati Uniti di Trump non interpretino la provocazione come una vera e propria dichiarazione di guerra.

Per tale motivo, La Cina ha proposto la sospensione delle esercitazioni tra Corea del Sud e Usa in cambio, da parte del Nord, di una sospensione del proprio programma di armamenti. Al di là del fatto di capire se tale proposta fosse o meno già stata accettata da Pyongyang, gli Usa l'hanno, per certo, rigettata.

Pertanto, è prevedibile che a partire dalla prossima settimana riprenderà la fiera tra Trump e Kim Jong-un, con il mondo che terrà il fiato in sospeso nel timore che uno dei due possa scatenare una guerra.