L'Istat, questo martedì, ci riassume i dati sul mercato del lavoro relativi al primo trimestre 2018. Per capire, ancora una volta chi finora in questo Paese abbia raccontato e continui a raccontar balle a chi abbia la disgrazia di risiedervi, è sufficiente andare subito a vedere il dato relativo all'Offerta di Lavoro.

Nel primo trimestre del 2018, l’occupazione rimane stabile rispetto al trimestre precedente. Come è ottenuta questa stabilità? A seguito dell’ulteriore aumento dei dipendenti a termine (+69 mila, +2,4%), mentre risultano in calo sia i lavoratori a tempo indeterminato, che in questo caso non vengono indicati come permanenti, (-23 mila, -0,2%) sia quelli indipendenti (-37 mila, -0,7%).

Sui 12 mesi, la crescita è di 147 mila occupati (+0,6% in un anno), ma anche in questo caso è circoscritta ai dipendenti a termine (+385 mila, +16,2%) a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato (-0,3%) e degli indipendenti (-3,4%).

Un altro dato interessante illustrato nei grafici a supporto del report è il numero di ore lavorate, sia nel totale economia, sia per dipendente. I valori illustrati, in entrambi i casi, sono in diminuzione... in netta diminuzione, dimostrando che la tipologia di lavori offerti non consente certo, per singolo lavoro, un tempo pieno ed uno stipendio adeguato.

Con queste premesse, ancora dobbiamo sentirci dire di dover ringraziare il precedente governo per averci consegnato una riforma del lavoro come il Jobs Act?