L'Istat pubblica il rapporto sulla povertà in Italia nel 2016
Nel rapporto sulla povertà in Italia nel 2016, pubblicato dall'Istat, si evidenzia una sostanziale equivalenza dei dati registrati nel 2015, con qualche particolarità degna di essere annotata.
La prima è che la povertà continua ad essere concentrata soprattutto nel sud, anche se i dati indicano un deciso andamento calante. Al contrario, al nord e al centro, seppure in maniera non accentuata, l'andamento del tasso di povertà indica un andamento in - seppur leggera - crescita.
Vediamo qualche dato in concreto, suddiviso per famiglie in povertà assoluta ed in famiglie in povertà relativa.
POVERTÀ ASSOLUTA
In aumento la povertà assoluta fra le famiglie con 3 o più figli minori
La povertà assoluta rappresenta la spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta. La soglia di povertà assoluta varia, per costruzione, in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza.
Nel 2016 sono 1 milione e 619mila le famiglie in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilità della povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di individui.
L'incidenza di povertà assoluta in relazione a tutte le famiglie italiana è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, l'incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015 che aveva fatto segnare un 7,6%.
Nel 2016 l'incidenza della povertà assoluta sale al 26,8% dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con tre o più figli minori, coinvolgendo nell'ultimo anno 137mila 771 famiglie e 814mila 402 individui; aumenta anche fra i minori, da 10,9% a 12,5% (1 milione e 292mila nel 2016).
L'incidenza della povertà assoluta aumenta al Centro in termini sia in relazione alle famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) CHE AGLI individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% da 3,3% dell'anno precedente).
POVERTÀ RELATIVA
Stabile la povertà relativa, ma si accentuano le difficoltà per i minori
La povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per persona nel Paese (ovvero alla spesa pro-capite e si ottiene dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti). Nel 2016 questa spesa è risultata pari a 1.061,35 euro mensili.
Anche la povertà relativa risulta stabile rispetto al 2015. Nel 2016 riguarda il 10,6% delle famiglie italiane (era del 10,4% nel 2015), per un totale di 2 milioni 734mila, e 8 milioni 465mila individui, il 14% dei residenti (era il 13,7% l'anno precedente).
Analogamente a quanto registrato per la povertà assoluta, nel 2016 la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9%) e colpisce per la maggior parte le famiglie giovani: raggiungendo il 14,6% se la persona di riferimento è un under35 mentre scende al 7,9% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.
L'incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per gli operai e assimilati (18,7%) e per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (31,0%).