“La notizia dell’ultimo naufragio, che avrebbe tra le vittime anche dei bambini, ci lascia sgomenti. Non possiamo non chiederci quante persone ancora debbano sacrificare la propria vita, prima che l’Europa e l’Italia si rendano conto di quanto sia indispensabile e urgente un impegno diretto degli Stati membri e dell’Unione Europea per l’attivazione di un sistema strutturato, coordinato ed efficace di ricerca e soccorso e per la definizione di canali d’ingresso sicuri affinché cessi questa catastrofe. Il Mediterraneo centrale si conferma ancora una volta tra le rotte più pericolose al mondo e non ci si può limitare al cordoglio di fronte a questa ennesima tragedia”.
Questo è quanto ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, commentando le notizie dei naufragi degli ultimi giorni, compresa quella odierna del naufragio di un barcone a circa 5 miglia da Lampedusa che ha causato la morte di 7 persone, mentre 9 sarebbero i dispersi, probabilsmente per la maggior parte bambini, L'imbarcazione sulla quale viaggiavano si sarebbe ribaltata all'improvviso. I soccorritori hanno recuperato 46 superstiti. Fra le 7 salme portate sul molo Favarolo dalle motovedette della Capitaneria di porto, ci sono quelle di quattro donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza.
Le urla nel silenzio : il filmato della @guardiacostiera girato stanotte durante il #naufragio a #Lampedusa. #migranti pic.twitter.com/9FE1I6noiQ
— angela caponnetto (@AngiKappa) June 30, 2021
Secondo i dati delle Nazioni Unite, nei primi sei mesi del 2021 il numero delle persone morte nel Mediterraneo Centrale è quasi triplicato rispetto all’anno precedente [1].
“Non ci si può abituare a vedere morire uomini, donne e bambini in mare. Quei bambini, che continuano a perdere la vita in quella che ormai è diventata un’enorme fossa comune, meritano di poter vivere e crescere sicuri. E’ indispensabile una presa di posizione strutturata e coordinata delle istituzioni italiane ed europee che consenta da un lato l’attivazione di un sistema di ricerca e soccorso per salvare vite umane nel Mediterraneo, dall’altro la messa in campo di evacuazioni di emergenza e corridoi umanitari di accesso all’Unione Europea, con una particolare attenzione verso i più vulnerabili, tra i quali i minori soli” ha concluso Raffaela Milano.
Inutile sperare in proposte "concrete" da parte della politica che foraggia gli aguzzini libici travestiti da Guardia costiera, che ostacoa l'attività delle ong che operano per effettuare salvataggi in mare e che usa la diusperazione dei migranti come mezzo per acquisire consenso elettorale.
[1] data2.unhcr.org/en/dataviz/95?sv=0&geo=0