"Chiariamo (ancora una volta) la nostra posizione in merito alla legge sull'aborto. Basta bugie!"

Giorgia Meloni è categorica: una volta al governo lei non toglierà alcun diritto, in special modo alle donne... a partire dal diritto all'aborto. Lei, come ha detto intervistata da Enrico Mentana, non vuole cancellare la 194 e neppure modificarla, ma applicarla nella parte relativa al tema della prevenzione: non togliere diritti, ma aggiungere diritti, dando alternative alle donne, ad esempio, costrette ad abortire per ragioni economiche. 

Probabilmente per occuparsi di questi argomenti, ha scelto di candidare nella sua lista Maria Rachele Ruiu militante anti-abortista del movimento Pro Vita, una che non ha mai nascosto di voler abolire la 194.

Comunque sia, non è possibile fare il processo alle intenzioni, prima che dei provvedimenti siano messi sul piatto. Quello che però rende la Meloni poco credibile sono le esperienze di governo delle amministrazioni locali, a guida FdI, indicate come esemplari dalla stessa presidente di partito.

Nella regione Marche il presidente è Francesco Acquaroli, che Giorgia Meloni prende ad esempio un giorno sì e l'altro pure per esaltare quanto finora da lui fatto da  quando la amministra. 

E dato che stiamo parlando di diritti, ecco come nelle Marche il partito della Meloni intende la loro applicazione. E dato che l'aborto è al centro del dibattito politico, una giornalista di Piazza Pulita, Sara Giudice, ha dimostrato come nelle Marche viene garantita la somministrazione della pillola RU486, la cosiddetta “pillola abortiva”, metodo farmacologico per procedere all'interruzione volontaria di gravidanza senza ricorrere all'intervento del personale sanitario.

La pillola può essere presa entro un certo periodo da quando una donna è rimasta incinta. La giornalista ha provato a farsela prescrivere facendo presente che aveva ormai solo una settimana di tempo per evitare l'alternativa che avrebbe richiesto un aborto grazie all'intervento del personale sanitario.

Dopo aver passato un giorno a telefonare e percorrere oltre un centinaio di chilometri tra ospedali e consultori della costa marchigiana, la giornalista de La7 ha dovuto prendere atto che poter avere una pillola che normalmente si dovrebbe ottenere immediatamente, in quella zona delle Marche era impossibile, perché i centri predisposti erano chiusi, perché il personale era assente, perché era occupato, perché riceveva solo su appuntamento...

Quindi nelle Marche di FdI i diritti non sono negati, ma risultano di difficile, se non di impossibile, accesso. E quello sopra riportato non è certo un caso, visti anche gli esempi di alcuni malati terminali marchigiani che per poter ottenere il farmaco per dar seguito alla decisione di proseguire con il suicidio assistito hanno dovuto ricorrere all'assistenza legale dell'Associazione Luca Coscioni e attendere mesi, per costringere la regione Marche a fare quello che avrebbe dovuto fare d'ufficio nel giro di pochi giorni.

Quindi, quando Giorgia Meloni pretende di esser creduta, è oggettivamente difficile farlo, proprio perché gli esempi di governo che si rifanno al suo partito dimostrano l'esatto contrario di ciò che lei afferma... e senza bisogno di dover ricorrere a citare le politiche ungheresi di Viktor Orban di cui lei è fiera sostenitrice.