(di Vincenzo Petrosino - Oncologo chirurgo, Salerno)   Spesso si parla del rapporto tra patologie ed ambiente , ma non esiste un senso unico  e dobbiamo avere una visione ampia del problema.                                                                        

I complessi rapporti tra l’ambiente e le patologie umane non sono argomenti che possono essere trattati da chiunque. Si rischia in questo momento che o per scarsa preparazione o per non specifica competenza si finisca per cadere nello stesso errore che ha riguardato i Vaccini. 

Si rischia di creare un fronte pro e un altro contro l’inserimento di criticità ambientali, si rischia di difendere il lavoro o il progresso tanto sbandierato, a sfavore spesso di danni non conosciuti per ignoranza, per superficialità o anche solo per convinzione. Oggi i media e specialmente facebook, sono accessibili a tutti e spesso, troppo spesso, su questi canali viaggiano non solo grosse polemiche "da retro tastieristi più o meno anonimi", ma anche false informazioni o informazioni non complete.

Oggi, forse più di prima, è complesso e difficile informarsi, non per mancanza di mezzi, ma spesso per mancanza di fonti attendibili. Molto spesso gli stessi giornalisti credono di conoscere alcuni problemi e o omettono, o ingigantiscono o sottovalutano alcuni aspetti di ciò su cui scrivono oppure non riescono a discernere ciò che realmente è notizia da ciò che invece è solo chiacchiera.  

Come ho già avuto modo di dire altrove dobbiamo partire da un punto fermo: noi viviamo in un mezzo che chiamiamo ambiente e non è possibile scindere questo dalla qualità della nostra vita.  

Nessuno penserebbe di mettere in un acquario l’inchiostro, oppure spazzatura varia, penseremmo subito che "il pesce potrebbe morire".  L’ambiente in cui viviamo, quello che respiriamo, quello con il quale veniamo a contatto, quello che ingeriamo, può non solo crearci problemi acuti, ma anche cronici e ancora peggio influenzare la qualità della vita delle nostre generazioni future.  

Argomenti di tale complessità per essere riportati a tutti devono essere spiegati solo con estrema semplicità.  

Non è possibile fare trattazioni scientifiche alla gente comune, potrebbe non capirle e allo stesso tempo chi capisce potrebbe dire che non è esattamente come si scrive. 

In un contesto del genere, tra l’altro, è complesso anche "zippare" le informazioni, si finirebbe comunque per parlare per troppo tempo. 

La gente o non legge o non ascolta, esistono spesso dei tempi da rispettare non sempre stretti quando si parla del rapporto ambiente patologie. Qualcuno pensa di fare come per l’educazione sessuale, andare tra gli studenti, andare tra la gente come "un novello discepolo di Cristo ambiente.  

Qualsiasi stimolo esterno -  chimico, fisico, meccanico ... o che sia anche un virus, un batterio protozoo - può nuocere al nostro organismo. Il nostro organismo reagisce all’ambiente esterno, qualunque esso sia. Il nostro organismo reagisce, pertanto, non solo a stimoli acustici, luminosi, ecc. ma anche a stimoli chimici.  

Quindi, ciò che ci consente di vivere, in certi casi potrebbe anche danneggiarci, fino a causare la nostra morte. Ad esempio, il sole per noi è fonte di vita, ma una esposizione sbagliata può crearci fastidiose scottature della pelle e lesioni agli occhi.  

Ma l’esposizione al sole, che è uno dei motivi per i quali sulla terra si ha la vita, può anche produrre alterazioni che conducono ai tumori della pelle, ad esempio al melanoma. Ecco quindi venire fuori che non sempre una cosa che ci fa vivere o fa bene o è presente in natura non possa farci anche male.  

Oggi non è possibile, ripeto, scindere le malattie dall’ambiente, non è possibile fare prevenzione se non agiamo sull’ambiente in cui viviamo.  

I medici devono essere medici e occuparsi della salute del genere umano, ma avere anche un occhio di grande riguardo e attenzione verso la salute dell’ambiente.  

Il cosiddetto progresso negli ultimi 100 anni ad esempio ha prodotto tantissime molecole chimiche, che pur dandoci l’illusione di progresso, sono poi state bandite per gli effetti gravi che avevano sulla salute. Ricordo i policlorobifenili che abbiamo messo un poco dappertutto, gli stessi ftalati che abbiamo usato anche nei biberon dei bambini. Così anche alcuni farmaci possono essere annoverati tra "gli errori del progresso"... ricordo ad esempio la talidomide ritenuta all’epoca un innocuo anti emetico in gravidanza e che si dimostrò teratogeno, provocando la nascita di bambini con gravissime malformazioni agli arti.  

Molte di queste sostanze insieme ai tanto nominati "metalli pesanti" e che ritroviamo poi nei famosi Pm10 -2,5 ecc. ecc. insieme ad altre sostanze, agiscono in modo molto subdolo su alcuni punti del nostro organismo. Molti mimano gli ormoni, e per questo si chiamano "interferenti endocrini", sostanze che agiscono in concentrazioni di milionesimo di grammo e spesso si "bioaccumulano" nelle persone esposte.  

Queste sostanze possono agire in momenti particolari delle fasi della vita, colpendo le popolazioni maggiormente vulnerabili. Una esposizione a tali sostanze può condizionare negativamente, lo sviluppo, la riproduzione, la crescita e il comportamento sia dell’uomo che delle specie animali. Queste sostanze posso accendere o spegnere e modificare i vari segnali inviati con gli ormoni, e i loro effetti insidiosi e subdoli spesso non sono visibili immediatamente.  

Queste sostanze - spesso prodotti di combustione rilasciati da auto, camion, aerei e navi - sono pesticidi, sono i pfoa e pfoas, gli idrocarburi policiclici aromatici, e li ritroviamo nell’ambiente che ci circonda anche per smaltimento doloso e colposo. Queste sostanze sono presenti in concentrazioni abbastanza rilevanti un poco dappertutto e con caratteristiche diverse a seconda della criticità.  

La reattività personale, la genetica, la presenza di più fattori magari non prevedibili e anche sconosciuti, l’intervento di concause forse spesso ancora non note, purtroppo insieme a queste sostanze, amplifica o anche  porta ad alcuni effetti che potrebbero diventare evidenti e devastanti con l'avanzare dell'età.  

Ecco che abbiamo riduzioni della fertilità maschile, presenza di patologie che riguardano la donna, malformazioni fetali... oltre a patologie diverse che vanno da quelle dell’apparato cardiovascolare, alle patologie del sistema nervoso, a patologie a carico del sistema endocrino, fino ad alcune malattie degenerative e al cancro.   

Non è questa una trattazione rigidamente scientifica, è solo "un sasso nello stagno" che può e deve produrre cerchi.  


Oggi è molto diffuso tra l’altro quello che io chiamo "ambientalismo a senso unico". 

A questo termine io associo alcuni comportamenti che appartengono a diversi gruppi ambientalisti, politici e non politici. Questi comportamenti creano molta confusione sia nella gente comune che negli stessi gruppi, spesso anche in contrasto tra loro e in diverse realtà Italiane. Magari in diverse città del nostro Paese si conducono battaglie anche politiche su argomenti identici e con non identiche posizioni. Tutto questo spesso conduce ad una ulteriore confusione mediatica.  

 Spesso scriviamo ad un sindaco, o facciamo una protesta, un corteo o anche un atto politico o un intervento di legge perché abbiamo paura della spazzatura abbandonata, di una discarica a cielo aperto, di un fiume inquinato, di un tetto che contiene amianto o perché preoccupati dai fumi di una fabbrica o dall'ansia per un'opera che introduce una qualche criticità e quindi una possibile conseguenza negativa per la popolazione residente.  

Ma dimentichiamo che gli inquinanti spesso sono "sempre gli stessi", sono prodotti anche da quella strada troppo trafficata, da quegli aerei che ci passano sulla testa, da quell’aeroporto che si vorrebbe ingrandire o che già esiste, dalle navi che in porto stazionano con i motori accesi, dai motoscafi che usiamo per la passeggiata in barca la domenica. Spesso non associamo ciò che è ludico a ciò che inquina.  

Spesso associamo invece molto stupidamente il progresso con l’inquinamento. Lo riteniamo un prezzo da pagare, una tassa, una “nobile conseguenza”. 

Vedo combattere da uno stesso schieramento politico una fonderia e non un aeroporto, una discarica e non l’amianto, altri magari si occupano di un inceneritore in un porto e non delle navi che nel Porto hanno i motori accesi. Non possiamo desiderare le trivellazioni petrolifere e poi non volere il… "pizzaiolo nello stabile" con il suo bel caminetto per il forno o fare la lotta al sacchetto della spazzatura in strada.  

Non esiste ciò che fa bene e ciò che fa male, né dobbiamo incorrere nell’errore di ciò che fa male poco e ciò che fa male molto, o ciò che fa male ma è "conveniente" alla politica, per convinzione errata o per profitto personale. 

Ancora peggio, non dobbiamo incorrere nell’errore di sommare una criticità a quelle già esistenti. Non bisogna usare questa cosa come lasciapassare per aggiungere un problema a quelli esistenti. 

Esiste una grande confusione che non giova affatto all’attuale momento critico ambientale mondiale.  

Ogni criticità, qualsiasi essa sia, solo per il fatto di aumentare il carico sull’ambiente andrebbe evitata. Oggi siamo quasi al punto di non ritorno. Certamente non è cosa facile, ma almeno iniziamo a provarci, è un obbligo morale un principio che dovrebbe essere di non discussione.  

Molte cose ci orientano e ci stanno mettendo in guardia. Abbiamo delle spie, dei segnali spesso chiari, spesso meno chiari: dai cambiamenti climatici all’aumento di alcune patologie, dalla diminuzione della fertilità alla presenza di alcune malformazioni sospette e direi superiori al caso.  

Questo non significa che bisogna fermare il progresso, però bisogna certamente iniziare ad invertire la rotta e avere "rispetto per l’ambiente e per chi ci vive che sia esso umano, animale o pianta".  

Iniziamo a rispettare ogni forma di vita, evitiamo di calpestare i fiori per poi trovarci senza colori.  

Capisco che chi ha uno stabilimento balneare vorrebbe acqua pulita, strade pulite e non spazzatura, ma la stessa persona, ad esempio, non deve desiderare un eccessivo traffico di auto o un aeroporto sulla testa. Chi vuole che non si costruisca una fonderia e non vuole che si sversino nel fiume metalli pesanti non può pensare che sia poi "in nome del progresso o degli investimenti" cosa giusta il costruire altre opere più o ugualmente inquinanti.   I prodotti della combustione, ad esempio, da qualsiasi parte giungono non portano la firma del produttore "ma sono sempre gli stessi", e nonostante ciò continuano le eterne lotte per stabilire se quel metallo, ad esempio, venga dalla strada o dalle auto o da altra criticità.

In Italia, oltretutto, si misura e si monitora molto. Come ho scritto altrove, monitorare non è un "lasciapassare per la coscienza di chi approva e consente opere".  In Italia esistono, è vero, dei limiti di legge che spesso vengono anche superati, ma non è detto che un limite di legge sia garanzia di buona salute, boccate di ossigeno. 

In moltissime realtà Italiane il problema è costituito non da un solo inquinante, ma da un mix di sostanze, che la nostra legislazione non prende in considerazione. 

E’ proprio questo problema che spesso ha effetti imprevedibili e difficile da studiare per i molteplici  meccanismi che innesca e per i molteplici siti di attacco. 

Insomma la materia è complessa e moltissimi studi che pian piano si stanno affacciando in più parti del mondo, non sono proprio da sottovalutare o peggio da ignorare.  

Io sostengo che il sano e giusto principio della precauzione vada sempre applicato.  

Magari ci potrà costare un sacrificio, ma bisogna accettare anche questo se vogliamo davvero fare un passo indietro tutti e dare prova tangibile di cambiamento. 

Inutile mettere sulle sigarette "il fumo fa male" e poi far subire al cittadino la "terra dei fuochi". Inutile continuare a tenere in vita impianti che hanno emissioni in atmosfera preoccupanti e prendercela con la prevenzione e le ASL.  

Il messaggio dovrebbe essere chiaro e forse è volutamente semplice nella sua complessità.  Guardo spesso complessi progetti di opere da ampliare o costruire, leggo di calcoli, modelli e statistiche. Tutto ingegneristicamente perfetto e complesso, però al di là delle statistiche, delle formule e dei modelli matematici, quando si parla di salute, il solo pensare che costruendo quella cosa o modificandone un'altra possa indurre o contribuire, ad un solo caso di cancro, di malformazione o di infarto mi impedirebbe di andare avanti.  

Ovviamente la soluzione sarebbe al momento quella di migliorare ciò che abbiamo, chiudere ciò che è palesemente inquinante e fuori controllo, evitare con buon senso e saggezza di costruire altro fino a soluzioni realmente di minimo impatto.  

Siamo un popolo ricco di contraddizioni, andiamo a comprare "alimenti biologici" e poi crediamo che il progresso e il motore dell’economia sia magari la mega struttura inquinante.  

Pensiamo di curarci con il "naturale", evitiamo i farmaci e poi magari siamo per le perforazioni petrolifere o per gli inceneritori.  

Insomma innanzitutto l’ambientalismo non è né una moda, né un termine dispregiativo, è solo a mio giudizio la presa di coscienza che il mondo in cui viviamo è la nostra culla per un tempo limitato. Siamo solo semplici ospiti momentanei, come una multiproprietà che abbiamo il dovere di lasciare "pulita" alle nostre generazioni future.