Secondo quanto riportato dall'edizione domenicale del quotidiano Times of Malta, che ha riferito le dichiarazioni di una fonte governativa, La Valletta, dopo colloqui con i libici iniziati più di un anno fa, ha raggiunto con Tripoli un'intesa in base alla quale, nel caso un'imbarcazione con dei migranti a bordo si stia dirigendo verso l'isola, le forze militari maltesi si coordinano con quelle libiche perché intervenga la loro Guardia Costiera per riportare quelle persone in Libia, prima che possano entrare della zona SAR di Malta.


Un portavoce del Primo ministro Muscat ha dichiarato che quanto sopra descritto rientra nella discrezionalità diplomatica del Governo e che, comunque, Malta agisce sempre in conformità delle leggi e delle convenzioni internazionali.

Inoltre Malta, a supporto della decisione, ha citato l'accordo sottoscritto dall'Italia con la Libia e tacitamente rinnovato nei giorni scorsi... tra l'altro approvato con il via libera di Bruxelles.

Alcune settimane fa, il 18 ottobre, la Guardia costiera di Tripoli sarebbe però intervenuta per recuperare una barca di migranti all'interno dell'area di ricerca e soccorso di Malta, riportandone gli occupanti in Libia, fatto che, secondo l'inviato speciale dell'UNHCR per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, rappresenterebbe una violazione del diritto marittimo.

Questo accordo, così come quello voluto a suo tempo da Minniti (di cui adesso la ministra Lamorgese vuol ridefinire alcuni punti), sembra però non tenere conto di un particolare non certo irrilevante, relativo al fatto che in Libia, da alcuni mesi, è in corso una guerra civile e pertanto quello non può, tecnicamente, essere considerato un Paese sicuro e, secondo le convenzioni internazionali, non è possibile che chi fugge da un Paese in guerra vi venga riportato!