Esteri

In Europa situazione Covid paradossale: il contagio è simile a quello registrato in primavera ma nessuno vuole arrendersi all'evidenza

In Europa la diffusione del contagio da coronavirus aumenta ai livelli della scorsa primavera, ma i vari Paesi del continente per contrastarla utilizzano misure palliative che non fermeranno il diffondersi dell'epidemia, questo perché non possono permettersi un nuovo lockdown... almeno finché le terapie intensive non inizieranno a riempirsi ulteriormente.

Questa non è una considerazione pessimistica, ma banalmente una considerazione statistica. In Italia, ad esempio, gli oltre 500 ricoverati nelle terapie intensive sono conseguenza non del numero dei contagi odierno, ma di quello di 7-10 giorni fa. 

Pertanto, i numeri che riscontriamo oggi in Italia causeranno nei prossimi giorni un ulteriore aumento dei ricoverati che dovranno essere intubati e, come ulteriore conseguenza, un aumento del numero dei morti, probabilmente il doppio di quello attuale.

Non avendo raggiunto il numero di contagi degli altri Paesi, il Governo italiano,  per contrastare la diffusione del virus, ha licenziato delle misure di contenimento che tutti sanno, fin d'ora, che serviranno a poco o a nulla. Infatti, se si vogliono contrastare gli assembramenti della movida, perché non contrastare allora quelli ben più evidenti e ancor più pericolosi relativi al trasporto pubblico? 

L'unica possibilità per fermare il contagio è quella di chiudere tutto o quasi come in primavera, altrimenti nel giro di un mese le terapie intensive saranno nuovamente intasate. 

Fino a ieri i leader di tutti i Paesi europei hanno dichiarato che un lockdown nazionale è inimmaginabile, ma progressivamente il muro della diga si sta incrinando, con i Paesi Bassi che chiuderanno bar e ristoranti limitando gli spostamenti non necessari oltre a valutare anche ulteriori restrizioni relative alle attività lavorative. Intanto la Francia ipotizza il "coprifuoco" notturno a Parigi, la Spagna ha isolato Madrid e la Gran Bretagna, secondo il leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, dovrebbe prendere seriamente in considerazione la chiusura quasi totale del Paese per almeno un periodo di due o tre settimane come unica possibilità realistica per fermare il diffondersi del contagio.

Quella di Starmer non è una sortita propagandistica in stile sovranista, cioè urlare che il Governo in carica avrebbe dovuto fare l'esatto contrario di quanto deciso, ma semplicemente la presa d'atto della necessità di adeguarsi a ciò che gli stessi consulenti scientifici di Johnson avevano suggerito di fare non ieri, ma addirittura tre settimane fa!

Nelle ultime 24 ore, nel Regno Unito sono stati 17.234 i nuovi casi di contagio registrati (tra l'altro in aumento nella popolazione più anziana) e 143 i nuovi decessi.


In Paesi come la Cina, invece, non si registrano nuovi casi di contagio interni, ma solo casi di persone provenienti dall'estero, perché la circolazione del virus è stata annullata completamente, a differenza di quanto accaduto in Europa. E quando si scoprono nuovi contagiati in Cina si arrivano a fare 8-9 milioni di tamponi ad un'intera città in pochissimi giorni, per evitare che il virus possa diffondersi. 

Nel mondo sono ormai 38 milioni le persone contagiate dal coronavirus, di cui 1,083 milioni ufficialmente decedute a causa della Covid-19... un numero che non tiene però conto dei probabili morti con Covid di cui non è stata controllata la positività.

Un nuovo lockdown nazionale simile a quello della scorsa primavera sarà inevitabile.

Autore Piero Rizzo
Categoria Esteri
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