Le autorità sanitarie della Danimarca hanno comunicato di aver sospeso nel Paese la somministrazione del vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca almeno per i prossimi 14 giorni.

La decisione è stata presa a seguito delle segnalazioni di formazione di coaguli di sangue e di un decesso in persone a cui era stato inoculato il vaccino. Le autorità danesi hanno però dichiarato  che al momento non è possibile affermare se esista un collegamento tra tali eventi e il vaccino AstraZeneca.

Il ministro della Sanità danese, Magnus Heunicke, l'ha definita una misura precauzionale, aggiungendo che è sempre necessario rispondere in modo tempestivo e attento a qualsiasi segnalazione di rilievo.

Anche l'agenzia europea per i medicinali, EMA, ha fatto sapere di essersi attivata per verificare l'esistenza di un possibile problema, prendendo però in esame il caso austriaco.

Infatti, anche l'Austria aveva sospeso l'utilizzo del vaccino AstraZeneca, anche se solo relativamente ad uno specifico lotto, a seguito della morte di una donna, deceduta 10 giorni dopo averlo assunto. Anche Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo avevano deciso di non somministrare i vaccini AstraZeneca in loro possesso appartenenti allo stesso lotto.

Per l'EMA ad oggi non vi è alcuna indicazione che la vaccinazione possa aver causato coaguli di sangue e decessi, condizioni cliniche tra l'altro non elencate fra gli effetti collaterali del vaccino, aggiungendo che il numero di "eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore a quello osservato nel resto della popolazione".

Quasi inutile riportare la dichiarazione di AstraZeneca  per ribadire che la sicurezza del paziente è la massima priorità per l'azienda farmaceutica, aggiungendo che il vaccino è stato sottoposto per la sua approvazione agli standard di efficacia e sicurezza,  chiari e rigorosi, degli enti regolatori internazionali, così come accade per qualsiasi altro farmaco.-


Anche l'Italia si è aggiunta ai Paesi che hanno bloccato la somministrazione dei vaccini AstraZeneca appartenenti al lotto ABV2856, che interessa 500mila dosi.

Nel nostro Paese sono tre i casi sospetti associati alla sua somministrazione. Un caso riguarda un militare in servizio ad Augusta (Siracusa), Stefano Paternò, 43 anni, morto per un arresto cardiaco nella sua abitazione il giorno successivo alla somministrazione. Un altro caso riguarda  Davide Villa, 50 anni, agente della squadra mobile di Catania, deceduto 12 giorni fa dopo aver ricevuto la prima inoculazione. Infine, vi sarebbe un terzo caso, che riguarderebbe un altro militare, stavolta a Trapani, morto per infarto oltre 48 ore dopo aver ricevuto la prima dose.