Il 5 giugno 2016, si voterà in 1.342 comuni per eleggere le nuove amministrazioni locali. Il voto assume una particolare importanza anche a livello politico nazionale perché gli elettori ad essere interessati saranno 13.316.379 e si voterà in 25 capoluoghi di provincia e 7 capoluoghi di regione: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste e Cagliari.

Tra le curiosità, il comune con il corpo elettorale più numeroso è quello di Roma con 2.363.776 elettori, di cui 1.110.576 uomini e 1.253.200 donne, mentre il comune più piccolo è quello di Morterone (in provincia di Lecco) con 31 elettori, 17 uomini e 14 donne, ed una sola lista civica.
Inoltre, in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, verranno eletti per la prima volta 10 nuovi sindaci per 10 nuovi comuni nati a seguito di fusioni.

Le operazioni di voto si svolgeranno solamente in una giornata, domenica 5 giugno dalle ore 7 alle ore 23. Per l'elezione del sindaco, nei comuni fino a 15.000 abitanti, sarà eletto chi avrà ottenuto il maggior numero di voti. Per quanto riguarda i comuni con più di 15.000 abitanti, sarà eletto sindaco al primo turno chi avrà ottenuto il 50% più uno dei voti. Nel caso in cui nessun candidato riesca a raggiungere questo risultato, il 19 giugno gli elettori andranno a votare una seconda volta scegliendo il sindaco tra i due candidati che nel precedente turno hanno ottenuto più voti.

Questi i principali candidati nelle città capoluogo di regione.

Roma: Roberto Giachetti per il Centrosinistra, Virginia Raggi per il M5S, Giorgia Meloni per Fdi-Lega, Alfio Marchini per il Centrodestra, Stefano Fassina per la Sinistra.

Milano: Giuseppe Sala per il Centrosinistra, Stefano Parisi per il Centrodestra, Gianluca Corrado per il M5S, Basilio Rizzo per la Sinistra.

Napoli: Luigi de Magistris supportato da un raggruppamento di liste civiche, Valeria Valente per il Centrosinistra,
Gianni Lettieri per il Centrodestra, Matteo Brambilla per il M5S.

Torino: Piero Fassino per il Centrosinistra, Chiara Appendino per il M5S, Osvaldo Napoli per il Centrodestra, Alberto Morano per Lega-Fdi, Giorgio Airaudo per la Sinistra.

Bologna: Virgilio Merola per il Centrosinistra, Lucia Borgonzoni per il Centrodestra, Massimo Bugani per il M5S, Manes Bernardini per il Centro.

Trieste: Roberto Cosolini per il Centrosinistra, Roberto Dipiazza per il Centrodestra, Paolo Menis per il M5S.

Cagliari: Massimo Zedda per il Centrosinistra, Piergiorgio Massidda per il Centrodestra, Maria A. Martinez per il M5S.

Il presidente del consiglio, che per questa campagna elettorale si è speso, da segretario del PD, solo negli ultimi giorni a favore dei suoi candidati di Milano, Bologna, Roma e Napoli, ha più volte ribadito che questo voto non ha alcun valore polito e riguarda solamente le amministrazioni locali e non il Governo.

Dal punto di vista tecnico è una considerazione ineccepibile, ma alquanto curiosa se paragonata a quella delle elezioni europee il cui risultato è stato indicato da Renzi e dai suoi parlamentari come una specie di imprimatur a lui stesso e al suo Governo.
A pensar male, c'è da supporre che il voto locale potrebbe assumere, miracolosamente, un valore politico per il Governo nel caso in cui i risultati per il Partito Democratico siano più che lusinghieri.

In ogni caso, al di là delle sue dichiarazioni, Matteo Renzi sa benissimo che il voto di 13 milioni di persone non può non avere conseguenze, in caso di un risultato negativo, per la maggioranza che in Parlamento supporta il Governo. E la campagna insistente ed esagerata sul referendum costituzionale che si svolgerà solo tra 4/5 mesi, fa pensare che Renzi volutamente abbia voluto diminuire l'attenzione e di conseguenza l'importanza sul voto delle amministrative per assorbire meglio il colpo di un risultato deludente per il PD e gli altri partiti di Governo.