Adesso Silvio e la sora Giorgia vanno d'amore e d'accordo
Dove poteva andare Silvio Berlusconi ad incontrare la sora Giorgia Meloni, se non in via della Scrofa?
D'altronde il pentimento e la contrizione, nella logica dei simboli imponevano che dovesse essere Silvio a scomodarsi... in fondo era lui che aveva offeso la sora Giorgia definendola arrogante, supponente... persino ridicola, anche se questa "qualità" l'aveva poi cancellata dalla pagina di appunti, "mostrata" in Senato, in cui l'ex cavaliere aveva riassunto chi fosse per lui la sua alleata.
Via della Scrofa, per chi non lo sapesse, ospita la sede di Fratelli d'Italia, la stessa che ospitava il fu Movimento Sociale del fu Giorgio Almirante... una questione di continuità con il partito postfascista e la sua fiamma tricolore.
Com'è andata la riunione? Come doveva andare, specialmente dopo che berluschino Mediaset e berluschina Mondadori hanno ricordato al babbo le priorità per cui ha fondato il partito e a 86 anni continua a doversi stressare per farsi eleggere in Parlamento insieme ad uno stuolo di miracolati che supportino i suoi diktat.
Così ha riassunto l'incontro lo stesso Berlusconi, supportando il racconto con una foto (quella in alto) in cui i due sembrano "quasi" i fidanzatini di Peynet:
"Ho incontrato Giorgia Meloni a Roma. Stiamo lavorando insieme per dare il più presto possibile all'Italia un Governo forte, coeso e di alto profilo che sappia affrontare le urgenze sin da subito.Per questo motivo, Fratelli d’Italia e Forza Italia si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione, alle prossime consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.Durante l'incontro, abbiamo fatto il punto sulle priorità che il nuovo governo dovrà affrontare, a partire dal caro energia".
I due avrebbero trovato, pare, un accordo sulla spartizione delle poltrone, visto che il teatro messo in atto a questo mirava e a Forza Silvio, che avrebbe ormai messo da parte la possibilità di regalare un qualunque ministero alla Ronzulli, dovrebbero andare, perlomeno, gli Esteri, a cui è destinato Antonio Tajani che diverrebbe pure vicepremier, le Riforme con Elisabetta Alberti Casellati, Pubblica Amministrazione e Istruzione, per i quali si fanno i nomi di Alessandro Cattaneo, Anna Maria Bernini e Sestino Giacomoni, ex deputato di Fi non rieletto.
Come si può capire, per ora, la maggioranza di destra-centro è ancora saldissima, in attesa del prossimo inciampo.