Sembra sia accaduto tantissimo tempo fa, e invece è passato soltanto un mese da quando si pensava che il greggio potesse raggiungere anche i 100 dollari al barile.
Da allora in poi il mercato ha imboccato una strada in discesa, una discesa ripida, che ha portato la quotazione del greggio a perdere fin quasi il 20%.
Sia il Brent che il WTI hanno visto scendere drasticamente la propria quotazione, con il primo che è sceso anche sotto i 70 dollari, mentre il secondo - dopo una serie di 10 ribassi consecutivi, un vero e proprio record - è arrivato sotto i 60.
Il motivo? L'eccesso di produzione degli americani, dovuto all'estrazione dello shale oil che, anche agli attuali prezzi, risulta tuttora conveniente ed il fatto che le sanzioni all'Iran non sono poi state così restrittive come si pensava.
Non c'è da stupirsi, quindi, se OPEC e Russia stiano adesso iniziando a riflettere se non sia il caso di pensare a un taglio della produzione.