Politica

La Chiesa è per la vita, ma non sempre per quella della donna

Per l'informazione vaticana, la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti è da considerarsi l'occasione per legislazioni che tutelino la vita, i diritti delle donne e la maternità, al di là e anche al di qua dell'oceano, come scrive Andrea Tornielli,  direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, in un editoriale titolato Per la vita, sempre.

"La sentenza della Corte Suprema, che dopo mezzo secolo annulla la legalizzazione federale dell'aborto negli USA ridando ai singoli Stati la facoltà di legiferare", scrive Tornielli, "può essere l'occasione per riflettere sulla vita, sulla tutela degli indifesi e degli scartati, sui diritti delle donne, sulla tutela della maternità".

E per promuovere tale riflessione, Vatican News riassume tutti i pronunciamenti che nei suoi nove anni di pontificato papa Bergoglio ha rilasciato sull'argomento:

"Non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a modernizzazioni. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l'aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non capire tali situazioni così dolorose?"(Evangelii gaudium). "L'aborto è un crimine. È fare fuori uno per salvare un altro. È quello che fa la mafia" (Conferenza stampa durante il volo di ritorno dal Messico, 17 febbraio 2016). "È come affittare un sicario per risolvere un problema" (Udienza generale,10 ottobre 2018)."L'aborto non è un problema religioso: noi non siamo contro l'aborto per la religione. No. È un problema umano" (Conferenza stampa durante il volo di ritorno da Dublino, 26 agosto 2018). "L'aborto è un omicidio. L'aborto… senza mezze parole: chi fa un aborto, uccide. Prendete voi qualsiasi libro di embriologia, di quelli che studiano gli studenti nelle facoltà di medicina. La terza settimana dal concepimento, alla terza settimana, tante volte prima che la mamma se ne accorga, tutti gli organi stanno già lì, tutti, anche il DNA. Non è una persona? È una vita umana, punto. E questa vita umana va rispettata (…) Scientificamente è una vita umana. I libri ci insegnano. Io domando: è giusto farla fuori, per risolvere un problema? Per questo la Chiesa è così dura su questo argomento, perché, se accetta questo, è come se accettasse l'omicidio quotidiano" (Conferenza stampa durante il volo di ritorno da Bratislava, 15 settembre 2021).

In pratica, per il Papa...

"L'aborto è un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno" (Evangelii gaudium).

Una posizione, quest'ultima, che è stata elaborata nel commento alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti da parte della conferenza episcopale americana:

"Ora è il momento di iniziare il lavoro di costruzione di un'America post-Roe. È il momento di sanare le ferite e di riparare le divisioni sociali; è il momento di una riflessione ragionata e di un dialogo civile, e di unirsi per costruire una società e un'economia che sostengano i matrimoni e le famiglie, e in cui ogni donna abbia il sostegno e le risorse di cui ha bisogno per mettere al mondo il proprio figlio con amore".

Ma allora, se questo è il problema all'origine degli aborti, perché la Chiesa americana, e non solo quella americana, non si è adoperata in precedenza per promuovere per ogni donna le leggi di cui aveva bisogno per mettere al mondo il proprio figlio?

E se la politica non era abbastanza attenta a tale scopo, perché la Chiesa non è intervenuta autonomamente fornendo le proprie risorse al riguardo? Ad esempio, negli Stati Uniti, i soldi per risarcire le vittime degli abusi li ha trovati. Perché non fare altrettanto allora anche per quanto riguarda l'aborto?


C'è poi un altro problema su cui la Chiesa non sembra essere in grado o non voglia riflettere, alla stregua - va riconosciuto - di certi presunti politici, quando interviene su problematiche legate alla sfera sessuale: il diritto di scegliere. 

Quando la Chiesa dice di opporsi a determinate leggi vuol far credere che se approvate tutte le persone improvvisamente diventerebbero omosessuali oppure, nel caso dell'aborto, che tutte le donne abbiano volontariamente abortito una o più volte perché non era loro impedito.

Non è così. Per una persona un diritto è la possibilità di non essere messa all'angolo, di avere sempre una scelta, di avere sempre una possibilità, di poter comunque ripartire, riprovarci... quando un diritto non è concesso, questo finisce sempre per essere negato solo a chi non è in grado di poterselo pagare.

Quando l'aborto in Italia era vietato, le donne che volevano abortire potevano recarsi all'estero. Quelle che non potevano permetterselo si giocavano la vita con le cosiddette "mammane". 

Ma della vita delle donne la Chiesa non parla, non se ne preoccupa, anche se loro sono già nate... e non per questo non dovrebbero aver diritto anche loro ad esser tutelate? Basta non porsi il problema ed il problema è risolto. Ma non è una bella soluzione, e neppure tanto onorevole.


Per ultimo, per coloro che si commuovono per la sentenza della Corte Suprema Usa, è da sottolineare che una delle motivazioni elencate dai giudici costituzionali americani nel ribaltare la precedente decisione dei loro colleghi nel 1973 sulla Roe contro Wade è che l'aborto non è profondamente radicato nella storia degli Stati Uniti. Un precedente inquietante, pensando che la schiavitù, invece, è profondamente radicata nella storia americana.

Visti i tempi, non è da escludere nulla.

Inoltre, la chiesa cattolica americana non si è certo dannata per cancellare la pena di morte. Forse vuol far nascere ad ogni costo i bambini perché poi ne possano essere messi a morte di più una volta diventati adulti?

Autore Angelo Zanotti
Categoria Politica
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