I cosiddetti Centri di Eccellenza (COE) sono organismi accreditati ufficialmente dalla NATO e legati ad essa in modo più o meno diretto, con finanziamenti dei Paesi membri e personale proveniente dall’Alleanza Atlantica.
La loro funzione viene presentata unicamente come “difensiva” ed è quelle - dichiarata apertamente - di occupare il cyberspazio e tenerlo libero dalle interferenze esterne. Queste ultime sono le informazioni alternative alla narrativa ufficiale e le notizie sgradite e sgradevoli che possono minare il consenso degli europei verso le iniziative della NATO. Sono, in altre parole, strumenti di soft power euroatlantista e armi raffinate per la guerra ibrida contro la Russia. Infatti alcuni dei più importanti centri COE si trovano ai confini con essa, come ad esempio in Finlandia e nelle Repubbliche Baltiche.
Queste ultime ospitano minoranze molto consistenti di russi, quasi un terzo della popolazione, e le temono. Vanno quindi neutralizzate nella loro potenzialità mediatica e culturale tramite metodi legali e apparentemente innocui. Non è propaganda, ma narrativa; non è censura, ma è selezione alle fonte delle notizie affidabili e giuste.
Lo dicono gli stessi COE, come ad esempio lo StratCom di Riga, che fra i suoi servizi cita le “Operazioni Psicologiche”, che con “metodi di comunicazione e altri mezzi diretti a un pubblico selezionato” hanno lo scopo di influenzare “percezioni, atteggiamenti e comportamenti che possano incidere sul conseguimento di obiettivi politici e militari”.
Al budget da 4,3 milioni di euro della Hybrid COE di Helsinki contribuiscono il governo finlandese e gli Stati membri della NATO. Dice di difendere il “modellamento dell’opinione pubblica” effettuato dagli altri Centri di Eccellenza e di proteggere i processi democratici dalle azioni degli “attori non-Stati” che lavorano per conto di Paesi ostili al fronte euroatlantico.