Guardiamo alle notizie della fine della protezione della Francia ai terroristi italiani come un risultato importante e da tanto atteso della collaborazione tra Italia e Francia. La #giustizia faccia il suo corso nel rispetto della memoria delle vittime innocenti di stagioni buie del nostro paese. Un succès de la coopération [bandiere italiana e francese, ndr] la fin de la protection à Paris des terroristes italiens. La mémoire des victimes innocentes des saisons les plus sombres de la vie italienne demandait depuis trop longtemps que la justice suive son cours.
La decisione di Macron di autorizzare l'arresto delle persone ricercate dall'Italia scrive una pagina nuova nella storia della collaborazione europea.  Grazie Presidente, Merci Monsieur le President.

Queste dichiarazioni, riferite all'arresto di sette persone residenti da decenni in Francia condannate per atti di terrorismo (tre sono latitanti), sono state rilasciate rispettivamente dal compagno Letta e dal compagno Renzi, due che si definiscono socialisti e che, forse per tale motivo, sono stati rapidissimi nel volersi complimentare con Macron per non dare appigli di sorta ai media italiani che sostengono l'estremismo di destra.

Chi sono gli arrestati? Giorgio Pietrostefani, condannato in via definitiva a 22 anni per l'omicidio, a Milano nel 1972, del commissario Luigi Calabresi, ma fuggito in Francia prima della sentenza definitiva; Narciso Manenti, condannato in via definitiva all'ergastolo con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, avvenuto a Bergamo nel 1979; Marina Petrella, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Giovanni Alimonti, e Sergio Tornaghi. I tre ricercati sono invece Maurizio Di Marzio, Raffaele Ventura e Luigi Bergamin. 

Erano persone che risiedevano liberamente in Francia protette dalla cosiddetta dottrina Mitterrand, adottata dall'allora presidente francese negli anni ottanta, che consisteva nel non concedere l'estradizione ai ricercati per reati di ispirazione politica, che avessero rinunciato a ogni forma di violenza, perché il sistema giudiziario italiano negli anni di piombo non era considerato imparziale.

Ufficialmente, gli arresti fanno seguito ad una precisa richiesta della ministra della Giustizia Marta Cartabia fatta all'omologo transalpino Eric Dupond-Moretti, invitato ad agire per assicurare alla giustizia gli ex terroristi italiani fuggiti in Francia.

La stessa ministra, così come il premier Draghi, hanno espresso poi soddisfazione per la scelta da parte della Francia di procedere agli arresti, con il presidente Macron che ha definito l'operazione come parte della "pressante esigenza di costruire un'Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro". 

Ma oltre alle motivazioni ufficiali, l'accaduto ne ha anche una ufficiosa, in quanto risponde ad un'esigenza di carattere banalmente politico/elettorale, con Emmanuel Macron che, sul tema della sicurezza e della lotta al terrorismo non vuole esser da meno della rivale Marine Le Pen, sua principale sfidante nella corsa all'Eliseo tra un anno. Per questo, sono in molti a credere che l'arresto degli ex-terroristi non sia tanto un favore della Francia all'Italia, quanto un favore dell'Italia a Macron.

C'è poi da capire se, dopo cinquant'anni dai fatti come nel caso di Giorgio Pietrostefani condannato per l'omicidio Calabresi, e dopo quaranta per gli altri, con questi arresti si possa parlare di giustizia, considerando che per il diritto italiano la galera ha un valore rieducativo/riabilitativo e non vendicativo.

Anche guardando gli arresti dalla parte dei familiari delle vittime (senza entrare nel merito dei processi che hanno portato alle condanne), si può almeno per loro parlare di giustizia? È un fatto personale che riguarda la sfera privata, quindi è impossibile rispondere... ma la sensazione che dà questa vicenda è che adesso siano state applicate due forme di ingiustizia, una verso gli arrestati per l'inutilità della galera cui sono destinati, visto che non ci sono prove che continuassero ad alimentare il terrorismo, e una verso i familiari delle vittime per il ritardo con cui le sentenze di condanna sono state applicate e per la relativa inutilità dell'applicazione della pena.

Ma per le cronache ufficiali la soddisfazione della retorica deve prevalere sulla logica e sulla memoria, facendo credere che sia risolta così la questione dello stragismo degli anni '70, dimenticando che la verità su Piazza Fontana, sull'anarchico Pinelli, su piazza della Loggia, sull'Italicus, sulla Strage di Bologna, sulle stragi di mafia... è stata solo sussurrata, ma non definitivamente svelata, perché in quel caso sarebbe stata troppo scomoda.