Questa è un’occasione irripetibile per iniziare a dare un taglio al passato, la pandemia ci ha sbattuto in faccia il peggio di quello che si usa chiamare “politica”, il modus agendi della partitocrazia e soprattutto le scelte scellerate in campo imprenditoriale che ci sono state imposte in questi ultimi 50 anni e che hanno accentuato la disuguaglianza tra il centro sud e il nord e portato il Paese alla bancarotta.

In precedenza le esperienze estreme colpivano taluni che vedevano in un attimo cambiare traumaticamente la loro vita (un incidente grave, una malattia, la fine di un rapporto importante, la perdita del lavoro e chi più ne ha più ne metta), chi è riuscito a sopravvivere a tali esperienze si è accorto di aver acquisito una capacità di percepire la “realtà abituale” nella quale è stato educato a vivere in una prospettiva completamente diversa che gradualmente lo ha trasformato interiormente: questi sono chiamati passaggi di stato, la “nascita” di una individualità più cosciente di sé che è riuscita a liberarsi in parte dalle illusioni ed in parte dalle sue paure e ha imboccato la via per raggiungere un’autentica libertà. E' un processo interiore alchemico che apre nuove prospettive, è un autentico atto evolutivo per la specie umana.

Oggi una tale esperienza “estrema” la sta vivendo l’intera umanità con la pandemia. Prima vi erano voci “nel deserto” che avvertivano del disastro ambientale che le scelte economiche sconsiderate affidate a personalità giuridiche il cui fine era il profitto per il profitto stavano producendo nell’intero eco-sistema, nessuno le stava ad ascoltare: questi “intransigenti” portatori di verità e saggezza sono stati definiti “pazzi” dapprima emarginati, combattuti e molti eliminati.

Io non credo al caso e senza estremizzare, o mal interpretare ciò che vado ad esporre, noi abbiamo l’occasione per cambiare le cose che non vanno nel nostro Paese e ce ne sono parecchie! Il principio è uguale per tutti: per cambiare fuori, bisogna cambiare dentro. Un buon esame di coscienza non fa male a nessuno, questo potrebbe far ritornare in vita quelle buone cose che ci portiamo dentro e che rappresentano il nostro patrimonio personale tradito e soffocato da opportunismi, vigliaccheria e da una educazione familiare e culturale imposta quando non eravamo in grado di valutare e scegliere liberamente.

Nella vita sociale è indispensabile individuare il percorso e gli elementi umani che possono tracciarne la rotta: è arrivato il tempo di rinnovarci perché le circostanze lo esigono, siamo chiamati in causa tutti, nessuno escluso perché ognuno di noi è portatore di novità (piccole o grandi non ha importanza) tutti siamo chiamati in prima linea a contribuire a questo lento ma inesorabile cambiamento.

Per molti il tipo di vita, di lavoro, di salute, di rapporti familiari e sociali, il rapportarsi con le proprie paure e aspirazioni sono state drammaticamente stravolte da un virus che ha generato sofferenze e morte ma ha avuto anche  il pregio di aver fatto cadere le maschere a molti offrendo uno spettacolo impietoso di cui è facile farne scandalo senza considerare le nostre dirette responsabilità nell'averlo sponsorizzato aderendo passivamente alla logica che lo ha generato.

E’ tempo di abbattere i muri di gomma eretti da un nutrito gruppo di  predatori che ci impediscono di ottenere verità e giustizia, che ci hanno escluso dalla gestione della cosa pubblica, che gestiscono le risorse comuni destinandole a loro esclusivo vantaggio, che impongono stili di vita insostenibili e lontani dalle nostre legittime aspirazioni: occorre combattere con la forza dei nostri principi le campagne diffamatorie che colpiscono coloro che hanno avuto il coraggio di opporsi a queste ingiustizie a viso aperto.

Occorre ricostruire un tessuto sociale sano attraverso la rivalutazione della qualità dei rapporti che ogni giorno intessiamo con il mondo che ci circonda: familiare, lavorativo, sociale, politico, culturale, economico e ambientale. Ci sfugge che noi siamo comunque operativi 24h su 24h nell’ambiente nel quale viviamo e del quale siamo responsabili!

Attualmente come cittadini siamo stati esclusi dalla vita politica locale e nazionale che è divenuta esclusivo campo di azione della partitocrazia e di una miriade di ristretti gruppi che costituiscono le cellule operative dei vertici che li legittimano e ne traggono linfa vitale per questo reputo la transizione del M5S un fenomeno estremamente interessante e può divenire per molti un’occasione per riappropriarsi del ruolo di membri attivi di questa comunità.

C’è da considerare il profondo cambiamento del premier Conte che ha saputo guidare con pazienza e spirito di sopportazione notevoli due difficili e inaffidabili coalizioni di governo dimostrando un autentico spirito di servizio per lo Stato cosa che ha molto irritato i suoi temporanei e tracotanti alleati abituati a spadroneggiare nella cosa pubblica senza dover rendere conto ad alcuno: la campagna denigratoria messa in atto da una stampa pilotata offre la garanzia della bontà di quanto abbia potuto realizzare in questo breve arco di tempo negli interessi degli ultimi e non solo.

Personalmente condivido la scelta di collegare la base sociale del Paese ai suoi portavoce eletti in Parlamento che deve diventare di nuovo l’elemento centrale di un’autentica rappresentanza democratica per tutti i cittadini.

Ognuno di noi deve diventare “competente” nei limiti delle sue capacità riguardo la cosa pubblica perché è un bene comune che deve essere correttamente utilizzato da tutti, nessuno escluso.

E’ tempo di ritornare nei palazzi del potere locale, partecipare alle sedute dei consigli comunali, accedere alla documentazione pubblica liberamente, presentare istanze di pubblica utilità, organizzare un serio servizio informativo che permetta ai cittadini di valutare correttamente le iniziative delle amministrazioni locali e quant’altro possa servire a migliorare i servizi e le condizioni di vita delle comunità: in breve ritornare ad una partecipazione attiva nella cosa pubblica. Occorre dedicare del tempo all’analisi dei bilanci e alla programmazione della spesa pubblica che deve tener conto delle proposte presentate dagli elettori in base alle effettive esigenze pubbliche: non deve esistere documentazione riservata, tutto si deve svolgere alla luce del sole.

Il modello socio-economico elaborato, realizzato e collaudato da Adriano Olivetti è una realtà valida come base organizzativa per promuovere un rinnovamento reso necessario non solo dalla pandemia ma dalla tragicità dello stato economico, sociale, culturale e ambientale pregresso il virus.

Siamo dinanzi ad un bivio, dobbiamo scegliere evitando di ricadere in vecchi schemi e negli errori del passato: se il vecchio non muore, il nuovo non potrà nascere, è questo il nostro compito primario, ciò non sarà facile né indolore.