«Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre». (Salmo 137,1-2)
Quando si va da Kakuru a Nairobi, c'è un'alta probabilità che si entri a Nairobi imboccando una strada larga chiamata Waiyaki Way. Waiyaki Way. Una strada, con una storia.
Gli inglesi volevano costruire una fortezza; una fortezza dove potessero proteggersi dal pericolo. Così Frederick Luggard, il loro capo, che era arrivato fino a Mombasa, chiese aiuto ai vicini Kikuyu. Avevano bisogno di acqua, cibo, legna e lavoratori. Poiché quella fu una richiesta gentile, i Kikuyu accettarono di dare una mano. Ma le cose cambiarono presto. Tutt' a un tratto gli inglesi cominciarono a pretendere senza offrire nulla in cambio.
I Kikuyu, naturalmente, si opposero alla loro prepotenza. Il capo Kikuyu, diede fuoco alla fortezza che gli inglesi avevano iniziato a costruire. Il capo dei Kikuyu era un uomo alto e magro, nonostante fosse un capo camminava a piedi nudi e ricoperto da pelli di animali. Il suo nome era Waiyaki Wa Hinga.
Per non scoraggiarsi, gli inglesi costruirono un'altra fortezza nelle vicinanze, che chiamarono fortezza Smith. Per vendicarsi dell'incendio della fortezza precedente, gli inglesi fecero in modo di colpire un piccolo villaggio. Si chiamava Riuki in Githunguri. Ma sarebbero stati delusi di nuovo. Non trovarono nessuno nel villaggio, nemmeno bestiame e galline. La colpa, o merito, era ancora una volta di Waiyaki. Aveva avvertito gli abitanti del villaggio e loro erano scappati con mucche, pecore e galline. Infastiditi dal fatto che non ci fosse nessuno da battere, gli inglesi bruciarono una trentina di villaggi e distrussero con rabbia i raccolti prima di tornare alla fortezza Smith.
Da persona coraggiosa, Waiyaki andò alla fortezza a lamentarsi. Gli inglesi non erano in vena di parlare, lo incatenarono al collo e alla mano e lo lasciarano legato per tutta la notte ad un palo. Passò tutta la notte al freddo, senza niente che potesse ripararlo e alla fine fu portato da un giudice che lo mandò a Mombasa.
Viaggiarono attraverso la Waiyaki Way, che allora era solo un percorso destinato al transito delle mucche. Passarono per Nairobi, che allora era solo un'immensa palude. Ma non era destino che raggiungesse Mombasa. Morì a Kibwezi, nella contea di Makueni. Nessuno sa chi l'abbia ucciso, alcuni credono sia stato sepolto vivo. Per onorarlo, la strada su cui ha viaggiato fino alla sua morte è stata chiamata Waiyaki Way. Ora è una grande autostrada. Ai tempi, solo uno stretto sentiero pedonale.