"Meloni ha presentato il suo progetto di riforma istituzionale del premierato e anche quello è stato un momento di grande commozione, almeno per me".

Questa è stata la prima battuta, nella tradizionale diretta del venerdì, detta da Vincenzo De Luca per ironizzare su Meloni e il suo evento, organizzato per presentare la riforma costituzionale, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i "costituzionalisti" (così li ha definiti De Luca) Iva Zanicchi e Pupo!

Ma non c'erano solo loro nell'esercito di "nani e ballerine" convocato (chissà perché) dalla premier per dar forza alla presentazione della riforma costituzionale del cosiddetto premierato. Tra questi anche don Maurizio Patriciello, parroco nel quartiere Parco Verde di Caivano, evidentemente convocato d'ufficio da Palazzo Chigi per ripagare gli interventi fatti negli ultimi mesi dal governo nella sua parrocchia.

Vista la claque arruolata da Meloni, De Luca non ha potuto fare a meno di descrivere il prete di Caivano come "il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli con relativa frangetta".

Apriti cielo! A queste parole è seguita la reazione indignata di Fratelli d’Italia, con l’intervento anche della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, detta Giorgia:

"Pippo Baudo dell'area nord di Napoli. Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo.Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso.Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c'è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici".

Alla sceneggiata napoletana messa su a Roma, ha fatto da eco quella di Caivano con la replica di "don Maurizio": 

"Io Pippo Baudo con la frangetta? Ringrazio il signore di avere ancora i capelli. Sono stato preso alla sprovvista dalle parole di De Luca. Il problema della politica tra destra e sinistra non mi riguarda. Sono un parroco di questo territorio per anni abbandonato dallo Stato. Giorgia Meloni ha preso degli impegni che sta mantenendo. È mio dovere quindi non solo dirlo, ma anche ringraziarla se la cosa dispiace al nostro governatore se ne faccia una ragione. Posso comprendere le questioni politiche, ma tirarmi in ballo in questo momento mette a repentaglio la mia vita. È come dire ai camorristi che hanno fatto bene a mettere una bomba davanti la mia parrocchia. Caro presidente questa cosa mi preoccupa, non penso sia stata un’uscita felice e quelle parole sono state del tutto fuori luogo. De Luca ha offeso la mia dignità di prete e di uomo. La solidarietà della Meloni? Mi piacerebbe sentire le stesse parole anche dalla Schlein".

E adesso, è la volta delle repliche di De Luca. Questa è quella a Giorgia Meloni, detta Giorgia:

"Apprendo con animo turbato e contrito che l'on. Meloni ha trovato "spaventosa" una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l'ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l'attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento. Mi aspetterei che il Presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali".

E questa è per don Maurizio "frangetta" Patriciello: 

"In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica - quando ha presentato l’ipotesi di premierato - figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante".

Naturalmente, nel frattempo, da Palazzo Chigi sono partite le veline a ministri, viceministri, sottosegretari, parlamentari, media al guinzaglio e chi più ne ha più metta... per battere la grancassa del vittimismo a favore della povera premier e del povero prete contro il cattivissimo De Luca che, incredibile a dirsi, comincia pure a diventare simpatico, essendo l'unico che dice quello che altri non vedono o fanno finta di non vedere. Di tali dichiarazioni è inutile riferire, essendo ulteriore riprova della miseria dei tempi attuali e della miseria dei personaggi che ne sono protagonisti.

Un'ultima considerazione su don Patriciello. Perché era alla Camera per promuovere il premierato? La sua presenza era da considerarsi merce di scambio perché lo Stato ha fatto a Caivano ciò che comunque doveva esser fatto? E secondo lui, adesso dovrebbe essere obbligato ad appoggiare e ad applaudire tutto ciò che Meloni dice e tutto ciò che Meloni fa? 

Ma il povero prete non si rende conto che, partecipando a eventi come quello di giovedì, non diventa che un pupazzo della propaganda di governo, oltretutto a supporto di misure assurde, come quella del cosiddetto premierato?

Ma il povero prete, che dice di avere una dignità, non si accorge di umiliare se stesso e ciò che vuol difendere nel concedersi al do ut des di Meloni?