I rappresentanti di Arcelor Mittal e quelli dei sindacati, mercoledì si sono incontrati al ministero dello Sviluppo economico. La multinazionale che si è impegnata a rilevare gli impianti dell'Ilva ha illustrato le sue intenzioni per quanto riguarda livelli occupazionali e compensi.

Vi è la disponibilità ad assumere, nella nuova azienda, fino a 10.000 lavoratori che, entro il 2023, si ridurranno ad un massimo di 8.500 unità attraverso un programma di esternalizzazione di alcune attività.

Inoltre, per quanto riguarda premi di produzione, produttività e quattordicesima, Arcelor Mittal ha dichiarato di non volerli mantenere, per trasformarli in premi da pagare solo al raggiungimento della redditività aziendale, obbiettivo che nella situazione attuale dell'Ilva corrisponderebbe a qualcosa di paragonabile ad un miraggio.

Secondo la multinazionale lussemburghese, tutto questo sarebbe coerente con il contratto sottoscritto con il governo successivamente all’assegnazione di Ilva attraverso gara pubblica.

I sindacati hanno respinto le attuali proposte in attesa di ulteriori precisazioni che possano pervenire per il prossimo incontro del 13 aprile, con la Fiom che ha minacciato di disertare quelli già programmati per i giorni 20 e 23 aprile.


Al Mise oggi si sono incontrati anche i commissari straordinari di Alitalia con il ministro Carlo Calenda, per fare il punto della situazione sulla vendita della compagnia aerea, già data per imminente ormai da mesi!

A conclusione della riunione, il ministero ha pubblicato una nota che ci informa che ad oggi sono state ricevute tre offerte "reali" di acquisto, di cui una in cui sarebbero stati fatti "passi avanti concreti in termini di rotte e di personale".

Nel comunicato ci viene poi fatto sapere che il ministro "ha dato quindi mandato ai Commissari di proseguire ed approfondire il negoziato con tutti gli offerenti" e "per consentire tali approfondimenti verrà emanato la prossima settimana un decreto per posticipare il termine di conclusione della procedura ed il termine per il rimborso del prestito ponte fornito dallo Stato ad Alitalia" con il governo che "aggiornerà tutte le forze politiche per verificare le rispettive posizioni, circa i termini dell’approfondimento del negoziato."


Nonostante i media abbiano iniziato a farci credere, con il supporto del diretto interessato, che Calenda fosse il nuovo taumaturgo dei guai italici, ecco che alla prova dei fatti, come dimostrano gli esempi sopra riportati e le "soluzioni"(!) raggiunte in relazione ad Embraco e Alcoa, si può dire che neppure lui sia dotato di bacchetta magica, e che il suo tanto sbandierato dinamismo sia di supporto molto più alla forma di quanto non lo sia alla sostanza.