Rispondendo alla Camera ad una interrogazione parlamentare presentata dal deputato Andrea Rossi sulla possibilità di concludere i campionati di calcio per la stagione 2019/2020, questo è quanto ha risposto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora:

Posso assicurare che, sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, ancora prima del lockdown, ho mantenuto un rapporto quotidiano con la Federazione Italiana Giuoco Calcio per un confronto costruttivo e nel rispetto dei ruoli. Anche il mondo dello sport, purtroppo, si è dovuto fermare; il simbolo tristemente evidente, più evidente di tutto questo è stato il rinvio delle Olimpiadi, ma in Italia penso anche a importanti competizioni come il Giro d'Italia e gli Internazionali di tennis. Come ricordato dall'interrogante, nell'interrogazione, il Governo ha dovuto contemperare il valore assoluto della tutela della salute e deve continuare a farlo nell'interesse di tutti i cittadini italiani.

La road map è molto chiara ed è tuttora valida: il 4 maggio, nel momento della prima fase di riapertura, sono ripresi gli allenamenti degli sport individuali e, a livello singolo, anche degli sport di squadra, sulla base di un protocollo che è stato emanato dall'Ufficio per lo Sport ed elaborato insieme al CONI, al CIP, alla Federazione dei medici sportivi ed è stato validato dal Comitato tecnico-scientifico; il 18 maggio, auspicabilmente, per la ripresa di tutti gli allenamenti di squadra, questa ripresa avverrà con le medesime modalità. 

In particolare, per il calcio, la FIGC ha proposto un protocollo, per i soli allenamenti, sul quale il Comitato tecnico-scientifico ha ritenuto di dover fare degli approfondimenti. L'audizione avverrà domani e speriamo possa servire a dare via libera al protocollo, considerando anche che il calcio non consente né distanze di sicurezza, né l'utilizzo di dispositivi di protezione.

Negli ultimi tre giorni, però, si è improvvisamente assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere anche abbastanza incomprensibile agli occhi di milioni di italiani che temono per la loro salute e il loro lavoro; finanche le diverse tifoserie organizzate lo hanno stigmatizzato. L'idea di definire con urgenza, ora e subito, la data della ripresa dei campionati di calcio contrasta con l'esigenza di definire i passi sulla base dell'andamento dei dati

Ricordo che in Europa, in questo momento, le uniche date certe sono quelle dei Paesi che hanno deciso di bloccare i campionati, di bloccarli per sempre e, anche - è notizia di poco fa - l'Inghilterra, che sembrava la più pronta a riprendere, ha rinviato di un'altra settimana la decisione di riprendere gli allenamenti. 

Di fronte a tali pressioni, non posso che ribadire e confermare la mia linea e quella del Governo che non è mai cambiata e cioè auspichiamo tutti vivamente che i campionati possano riprendere regolarmente; allo stesso tempo, oggi, è impossibile definire una data certa, perché dobbiamo almeno verificare come reagirà la curva dei contagi nelle prossime due settimane, dal momento che solo due giorni fa il Paese ha avviato la graduale fase di riapertura; dovremo anche ricevere le valutazioni del Comitato tecnico-scientifico e, solo allora, il Governo potrà decidere. 

Il mio impegno a favore di tutto il mondo dello sport - e ho concluso - è raccontato dai fatti: i due decreti già approvati e quello che ci accingiamo ad approvare contengono misure straordinarie adeguate a questa terribile situazione al fine di limitarne enormemente i danni per tutti i settori, calcio tra questi, e spero che possano rappresentare, per il calcio ma anche per tutte le altre discipline e lo sport di base, un'occasione per rigenerarsi, riformarsi e ripartire più di prima.