Il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken che è di origine ucraina, ha commentato quanto sta accadendo in Kazakistan con questa battuta ironica:

"Una volta che i russi sono a casa tua, a volte è molto difficile convincerli ad andarsene".

Sergej Lavrov, ministro degli esteri russo, non ha gradito e ha ricordato al collega i "meriti" storici degli Stati Uniti:

"Se Antony Blinken ama così tanto le lezioni di storia, allora dovrebbe tenere conto di quanto segue. Quando gli americani sono a casa tua, può essere difficile rimanere in vita e non essere derubati o violentati. Ci viene insegnato questo non solo dal recente passato, ma da tutti i 300 anni di storia dello Stato americano".

Lo scambio di complimenti fa da apripista ai colloqui della prossima settimana che vedranno di fronte americani e russi per cercare di risolvere la crisi  ucraina. 

I colloqui iniziano lunedì a Ginevra e poi proseguiranno a Bruxelles e Vienna, anche se l'agenzia di stampa statale russa, riportando una dichiarazione del vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov, ha reso noto che il vertice potrebbe terminare anche solo dopo un incontro.

Entrambe le parti, infatti, non sembrano propense a fare concessioni. Biden minaccia sanzioni durissime contro Mosca, come riportato dal New York Times nelle scorse ore, nel caso la Russia decida di invadere il resto dell'Ucraina ai cui confini, a est e a sud, dove negli scorsi mesi ha ammassato un'enorme quantità di uomini e mezzi. La Russia, dal canto suo, chiede garanzie perché l'Ucraina non entri sotto l'ombrello dell'Europa e della Nato, a conferma del fatto che Putin vuol mantenere lo status quo sui Paesi rimasti che costituivano il blocco dell'ex Unione Sovietica, dopo aver perso il controllo su quelli balcanici e del nord Europa.

Una vicenda, quella ucraina, che al momento appare irrisolvibile oltre che incandescente, con Ryabkov che ha paragonato la crisi attuale a quella missilistica cubana del 1962, quando il mondo fu sull'orlo di una guerra nucleare.