Abbiamo forse un disegno strutturato della nostra vita, una visione a lungo raggio, come Socrate dopo aver bevuto la cicuta? Siamo uomini o androidi della destabilizzata periferia dell’impero, ciò che tutto il mondo è divenuto, senza un centro di gravità permanente?

Non vi svegliate ogni mattina con l’impressione che abbiano aperto il fuoco su di voi, senza avvertirne la provenienza, se è fuoco amico o nemico, perché non esistono più queste categorie di pensiero?

Non avete la sensazione che tutte le immagini che vi arrivano rappresentino le stesse facce, fotoshoppate, con rari pezzi originali, come manichini semoventi?

NO?

Improvvisamente si è scatenato  un branco improvvisato di lupi solitari, scesi dai monti dove non trovavano più nutrimento, accarognati, bastardi agli antipodi fino a ieri, compagni e camerati, juventini e romanisti, burattinanti ma buoni a mordere, in quota azzurra, rosa e arcobaleno.

Quale brodo di coltura nutre questi soggetti? Lo zelo istituzionale, fino a poco tempo fa questo sconosciuto a codesti illuminati che fino a ieri brutalizzavano dalla tastiera i gipsy, i black, “ma anche” i cattivi reazionari, tutti punti a favore di ogni crociata buonperbenista? Chi sono i nientofobi fegatosi alimentati da  un flusso informativo che giustifica il bene dentro una cornice di male, nel quale ogni atto è giustificato e validato dai cogitatori che hanno creato sponde di paradigmi in cui tempo e modo valgono secondo il nanosecondo in cui si agisce?

Vi siete chiesti perché siamo inondati da programmi e canali che parlano di crimine? Non sarà che sia rimasto l’unico tema che muove delle sinapsi, fino a far mutare lo spettatore in giustizialista pronto ad abbeverarsi, novello dracula, al prossimo episodio, possibilmente zeppo di ogni nequizia immaginabile nei deliri lisergici sado?

Voi state ancora pensando alle petrol-monarchie, vi siete distratti mentre rampavano i silicon imperi. Il progressismo unilaterale ha invaso anche il movimento del dito mignolo quando vi svegliate la mattina; la mano che vi salva deve prima passare il vaglio del think tank, dello spin doctor e dei motivatori politically, acciocché l’egemonia rimanga salda nei dizionari, dallo swahili al parsi.

L’’occidente non si spaventi e possa seguitare a dettare le condizioni all’infante di Bobo Dioulasso, non sia mai egli non divenga un bimbominkia, affamato e senza luce, ma allineato al Greenwich, unico meridiano in realtà valido per contare le ore dell’uomo. Le abbiamo ingollate tutte: l’anticap, l’anti-imper, l’antifa, l’antiraz, l’antigender, basta essere contro qualcosa e coltivare l’indignazione del canone.

L’intellettuale usa come paravento, la congiura dell’isolamento, cantava Radius, ma dov’è andato a sbattere il pensatore isolato, se è sempre con il paniere assiso su qualche poltrona televisiva? Da un antro su Marte, ormai, dovrebbe arrivare la sua fioca voce, e non vada a morire su un lido dopo un meeting erotico, perché non interessa più ad alcuno. Lo scontro di civiltà? Altro pattume che dovete dimenticare. Pensate a contrastare Kalergi, è molto più di moda, e cercatevi un avversario che non sia né barbaro né meticcio.

La satira, eh sì, quella è sempre “in” o magari “no out”: con le sue metanfetaminiche allegorie metaforiche metroumane, ella si erge sopra ogni classificazione, metamorfomeggiando ogni abiezione.

Lo scopo deve essere sempre raggiunto, anche quando la vita non ne ha, tranquillizzatevi: avrete sempre la possibilità del rifiuto del reale, la  rinuncia a comprendere, la negazione del negato e l’affermazione dell’affermato, la dipendenza dall’indipendenza. 

Je suis…Catherine Valium. Devo dormire, ergo devo essere equo e solidale. Non posso pensare al peggio, ma nemmeno postare gatti, maccheroni e l’ultima gita, vorrei ma non posto, eppoi c’è sempre Yporn.

La verità è sempre orribile e ne siamo indegni, quindi evitiamola accuratamente, che sia reale o virtuale, e beninteso citare sempre Kafka, Matrix, Truman e Totò. La stupidità è emetica, ma la mamma ci diceva, lasciati andare, io ti tengo la fronte, fa bene, ti sfoghi.

In memoria ci siano sempre il volontariato, l’associazionismo, la solidarietà, l’ambientalismo e Rihanna; se l’hard disk è corrotto, verrà un tecnico per la sostituzione. Forse sei solidale qui,  e picchi duro da un’altra parte, ma se è quella giusta non ci saranno telecamere accese.

Tornerai alla vita agreste e il bambino farà domande al nonno, come cantava Guccini, ma gli chiederà la favola della doccia e dello smartphone, perché mica  noi vorremo inquinare, non pensiamo più ai bambini africani che si bevono il coltan e tutto il resto, roba vecchia, messa fuori catalogo dalla sera alla mattina. Sii feticcio di te stesso, come nel Silenzio degli innocenti, non litigherai per gli alimenti, i figli e il mutuo. Trova un nemico, sentiti migliore di esso, parlagli dei tuoi biscugini laterali e gli toglierai ogni argomento, così resterai solo con il te medesimo ostile.

Cosa dici? Scuola, educazione, istruzione, civiltà? Che film è, Hollywood Babilonia o la Maria di Bob Marley? L’antimafia? I mafiosi sono al 41 bis, come te, tranquillo. D’altronde, te l’aveva detto Wilde,  non c’è nulla di peggio che vedere esauditi i desideri, perciò mosca, una pista te la da anche il tassista. La religione? Sì, è ancora una buona idea, ora che i sagrati e gli oratori sono deserti, sii nella corrente ma contro corrente, sii il caos.

La pelosa accoratezza dei talkisti farà sempre breccia su di te, inconsapevole mortale che hai creduto all’immortalità e oggi hai di nuovo una speranza, dopotutto molti genitori hanno seppellito i figli e gracchiano dai monitor all’ospizio nell’eterna agonia, che non vengano mai meno la pensione, il tagliando disabili e la multa a loro nome. E tu, company man licenziato nella grande crisi, quella che dura dal big bang, hai fatto in tempo a riciclarti?

Sarai diverso solo quando riuscirai a non sembrare tale e non sarai più proud di niente, un ghost senza idee, perché le idee sono attaccamento e tu non devi attaccarti a nulla, impermanente che non sei altro, non te l’ha detto Buddha? Se non servi a una costruzione astratta, puoi pure non uscire più di casa e agognerai la fine, ma non da suicida. Lui pensa che dopo starà meglio, tu vorrai  solo godere come ti ha insegnato Bettie Page e invocare la sperimentazione sui topi, perché non ti sarà rimasto nemmeno il fegato.

Lo so, hai paura di sembrare zotico, rozzo e qualunquista anche sul catafalco, che si dirà di te dopo? Non ti devi angosciare, ci penseranno i posteri a darti una collocazione, vedrai, ti piacerà.