Così ha risposto Israele alle accuse presentate dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia
Come ormai tutti hanno compreso, le norme del diritto internazionale, secondo Israele, devono essere interpretate unicamente in base al suo interesse... in quanto Stato ebraico... in quanto rappresentante e testimone della memoria dei morti della shoah e dei sopravvissuti ai campi di sterminio, elementi che sembrerebbero dovergli garantire una sorta di credito illimitato per compiere qualunque azione, da spendere senza limiti di tempo.
Per tale motivo, lo Stato ebraico pretende di poter fare quel che vuole in base alla propria esclusiva convenienza, facendo diventare sostenibile ciò che per chiunque altro è insostenibile, umano ciò che per chiunque altro è inumano, normale ciò che per chiunque altro è assurdo... tanto da praticare l'apartheid per decenni sostenendo che discriminare, opprimere, depredare, schiavizzare e uccidere i palestinesi non sia apartheid... tanto da mettere in atto un genocidio sostenendo che assassinare giornalmente da più di tre mesi centinaia di abitanti di Gaza, distruggere qualsiasi edificio e infrastruttura nella Striscia, colpirne gli ospedali e impedire che chi vi risiede non solo non abbia un luogo sicuro per rifugiarsi dalla guerra ma neppure riceva i beni primari alla sua sopravvivenza non sia genocidio.
Tutto questo è normale? No. Non lo è. Ed questo che il Sudafrica, giovedì 11 gennaio, ha fatto presente ai giudici della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, accusando Israele di genocidio per quanto sta facendo nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco delle milizie della resistenza palestinese del 7 ottobre.
Con la scusa di sradicare Hamas (ma sono almeno una decina i movimenti di resistenza palestinese a Gaza), Israele sta bombardando la Striscia da oltre tre mesi, radendo al suolo tutto ciò che vi era stato costruito, uccidendo più di 23.000 persone e costringendo quasi l'intera popolazione di 2,3 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Inoltre, l'assedio imposto da Israele, prima totale e poi parziale, ha creato condizioni tali che le Nazioni Unite descrivono come catastrofe umanitaria. Una catastrofe umanitaria auspicata, perseguita, voluta dagli stessi rappresentanti politici di Israele (ministri e parlamentari) con dichiarazioni inequivocabili, ripetute nel tempo... anche nelle ultime ore. E se questo non è genocidio, come lo vogliamo chiamare? E se lo volessimo chiamare con un altro nome, è logico pretendere che possa continuare?
"Israele ha un intento genocida contro i palestinesi di Gaza", ha detto alla corte dell'Aja Tembeka Ngcukaitobi, tra i sostenitore dell'accusa di genocidio per conto del Sudafrica. "L'intento di distruggere Gaza è stato coltivato al più alto livello statale".
Ed è per questo che Pretoria ha chiesto alla Corte di esprimersi rapidamente sul caso, per fermare il massacro in atto, confidando che, in base alla giurisprudenza in essere, il genocidio debba essere fermato anche quando è in corso, non certo solo accertato quando questo sia compiuto! Ed è questo punto che fa dire alle organizzazioni umanitarie di essere ottimiste su una sentenza rapida e favorevole per un immediato cessate il fuoco a Gaza.
E per lo stesso motivo, lo Stato ebraico ed il suo complice principale nei massacri in corso, gli Stati Uniti, schiumano bile per il timore di una sentenza sfavorevole, facendo ricorso a tutto il repertorio di cui dispongono, dalla propaganda alle pressioni (ricatti) diplomatiche, per evitare che questo possa accadere. Per Israele e Stati Uniti i palestinesi, anche i neonati, devono continuare ad esser maciullati... in quanto animali, come sostenuto dal ministro della difesa israeliano Gallant.
Che cosa diranno venerdì i rappresentanti di Israele ai giudici dell'Aia per negare l'evidenza del genocidio?
Probabilmente quello che il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha dichiarato oggi in replica alle accuse dei rappresentanti di Pretoria, etichettando le affermazioni sudafricane come false, infondate e come una delle più grandi manifestazioni di ipocrisia della storia, sorvolando sulla pratica diffusa di Hamas di incorporare le sue installazioni militari e i suoi combattenti all'interno delle infrastrutture civili.
Inoltre, ha accusato il Sud Africa di essere il braccio legale di Hamas e che le affermazioni fatte stamani hanno completamente distorto la realtà a Gaza in seguito al massacro del 7 ottobre e hanno completamente ignorato il fatto che "i terroristi di Hamas" si sono infiltrati in Israele, hanno ucciso, giustiziato, massacrato, violentato e rapito cittadini israeliani, semplicemente perché erano israeliani, nel tentativo di compiere un genocidio.
Il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha però dimenticato di aggiungere che in quell'attacco sono state uccise 1.139 persone, di cui circa 400 indossavano una divisa, mentre delle restanti circa 700 alcune decine sono state uccise dal cosiddetto fuoco amico: 12 da due proiettili di carrarmato e un numero imprecisato da un elicottero che ha sparato sulla folla dei partecipanti al rave party. Inoltre, ha dimenticato di dire che il 7 ottobre ha ucciso 1.500 miliziani palestinesi presenti nel sud di Israele e che a Gaza il numero ufficiale dei morti sta raggiungendo i 24mila, quello dei dispersi è intorno ai 9mila, mentre quello dei feriti è di circa 60mila.
Il premier Netanyahu ha accusato il Sudafrica di "rappresentare dei mostri", incolpando Israele di genocidio mentre sta combattendo il genocidio, e che il caso presentato all'Aia è la riprova di un "mondo capovolto".
"Un'organizzazione terroristica commette il peggior crimine contro il popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto [vedi incipit dell'articolo, ndr], e ora arriva qualcuno a difenderla in nome dell'Olocausto. Che faccia tosta.""L'ipocrisia del Sudafrica grida dal cielo. Dov'eri Sud Africa quando milioni di persone sono state uccise o sfollate dalle loro case in Siria e Yemen, e da chi? Dai partner di Hamas"."Israele continuerà a combattere i terroristi… fino alla vittoria totale"."Continueremo a respingere le bugie, continueremo a proteggere il nostro giusto diritto di difenderci e garantire il nostro futuro".
Non è una novità che Netanyahu dichiari che Israele se ne infischierà del diritto internazionale. Vedremo invece, nel caso il tribunale dell'Onu si pronunciasse a favore delle tesi del Sudafrica, se ne faranno carta straccia anche i Paesi complici di Israele. Infatti continuando a supportare diplomaticamente e materialmente lo Stato ebraico, di contro finirebbero per screditare del tutto le Nazioni Unite e il rispetto del diritto internazionale... con tutto quel che ne consegue.