«Non è ammissibile che, di fronte alla morte di un carabiniere, una professoressa si permetta di scrivere "uno di meno". Abbiamo subito proceduto per le sanzioni disciplinari di conseguenza, questo è inammissibile, intollerabile, irrispettoso e vergognoso».

Questo è quanto ha dichiarato il ministro dell'Istruzione, il leghista Marco Bussetti nei confronti di Eliana Frontini, professoressa di storia dell'arte e disegno dell'Istituto Pascal di Romentino a Novara che sul suo profilo Facebook, adesso da lei chiuso, aveva scritto:

«Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza».

Una dichiarazione che è divenuta virale e che ha fatto scattare contro di lei la richiesta di sospensione dall'insegnamento (anche se quanto scritto non ha nulla a che vedere con la sua attività) ed il suo licenziamento, anche da parte del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio (Forza Italia) e del suo assessore all'Innovazione Matteo Marnati (Lega).


L'autore dell'assassinio del carabiniere di cui si parla nel post, Mario Cerciello Rega, è stato un giovane americano arrestato poche ore dopo.

In rete è stata diffusa una foto pubblicata da La Stampa che ritraeva il giovane in una stanza dove erano presenti alcuni carabinieri, seduto su una sedia, bendato e con le mani ammanettate dietro la schiena.

Nel nostro ordinamento giudiziario non si prevede un simile trattamento: né per un indagato, né per un reo confesso, né per chi sia stato colto in flagranza di reato.

Ecco come ha commentato la foto il ministro dell'Interno Matteo Salvini, a cui è affidata la gestione della sicurezza e dell'ordine pubblico in Italia:

«A chi si lamenta della bendatura di un arrestato, ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria morto in servizio per mano di gente che, se colpevole, merita solo la galera a vita. Lavorando».


A lamentarsi di quella foto,prima di tutti è stato il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, generale Giovanni Nistri, che ha dichiarato:

«Quanto è successo è molto grave. Abbiamo subito avviato un'inchiesta interna per individuare i e sanzionare i responsabili, informandone l’autorità giudiziaria per ogni valutazione sugli eventuali aspetti penali».

Successivamente, dall'Arma è stato comunicato che il carabiniere che ha messo la benda a uno dei due arrestati sarà spostato a un reparto non operativo, al di là di eventuali procedimenti disciplinari e giudiziari nei suoi confronti.


Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ritenuto necessario commentare quanto documentato in quella foto. Ecco le sue parole:

«Quanto alla foto che ritrae uno dei due ragazzi americani bendato e ammanettato e che sin qui è circolata, invito a non confondere le cose.Non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro carabiniere, il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento.Chiariamolo bene: ferme restando le verifiche di competenza della magistratura, riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati.Parimenti censurabile è il comportamento di chi ha diffuso la foto via social in spregio delle più elementari regole sulla tutela della privacy.L’Italia è uno Stato di diritto. È la culla della civiltà giuridica dai tempi dell’antico diritto romano. Abbiamo principi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena.Tutto questo anche per merito di norme più severe introdotte da questo Governo. Piuttosto dobbiamo ora vigilare affinché tutti coloro che hanno compiti di responsabilità facciano in modo che le norme siano rigorosamente applicate».


In base a quanto sopra riportato, in special modo dopo le dichiarazioni del premier e del comandante generale dell'Arma, è evidente che quanto detto da Matteo Salvini è, usando le parole di un ministro leghista «inammissibile, intollerabile, irrispettoso e vergognoso».

Oltretutto la dichiarazione di Salvini è relativa alla sua funzione, quella di ministro dell'Interno. Pertanto, se la professoressa - che oltretutto si è poi scusata - va licenziata, perché non dovrebbe essere licenziato anche Matteo Salvini da ministro dell'Interno?