Continua la campagna su Twitter da parte del presidente Usa, Donald Trump, nei confronti della carovana di migranti proveniente dall'Honduras, ancora nel sud del Messico e ben lontana dal confine americano.


Una campagna minacciosa, quella di Trump, che cerca di convincere gli americani che tra quei disperati vi siano anche delinquenti della peggior specie.

Ma adesso, a scendere in campo, sono anche le organizzazioni umanitarie, che vogliono mettere i puntini sulle i, per dare alla vicenda la sua giusta collocazione e dimensione, al di fuori della propaganda politica del presidente americano.


Amnesty spiega che le condizioni che spingono quelle persone a fuggire o ad andarsene dai loro Paesi sono violenza, estorsione da gruppi criminali organizzati, mancanza di protezione dai loro governi, condizioni di vita precarie e che l'unica soluzione vera per frenare il flusso di migliaia di persone che migrano verso altri Paesi è invitare i loro governi, e quelli che collaborano con loro, a trovare modi per proteggere i diritti umani della loro popolazione.

L'Honduras, da cui ha origine la carovana che si sta dirigendo negli Usa, è un paese con uno dei più alti tassi di omicidi in America Latina e nel mondo. Il tasso di omicidi è superiore dell'800% a quello degli Stati Uniti. Molte delle persone che hanno lasciato l'Honduras stanno cercando un posto più sicuro in cui vivere. Questo perché la loro vita può essere stata messa a rischio da minacce di morte o per essersi rifiutati di pagare il pizzo a gruppi criminali violenti che estorcono soldi a commercianti, conducenti di autobus e venditori di giornali o reclutano con la forza bambini. L'Honduras è molto piccolo. Quando la vita di qualcuno è a rischio, fuggire altrove è l'unica soluzione.

Più migranti, più criminalità? Non ci sono prove che suggeriscano che l'arrivo di famiglie, richiedenti asilo o rifugiati sia collegato a un aumento dei tassi di criminalità, in Messico o negli Stati Uniti. Numerosi studi negli Stati Uniti, contrariamente alla credenza più diffusa – fa sapere Amnesty – mostrano che le aree che hanno ricevuto i più alti tassi di migranti e rifugiati sono in genere collegate ai più bassi tassi di criminalità nel paese.

Nel caso del Messico, non sono state pubblicate prove che colleghino l'arrivo di persone dall'America centrale con qualsiasi variazione dei tassi di criminalità nel paese. Inoltre, la carovana honduregna comprende centinaia di bambini che viaggiano con le loro famiglie.

Perché Trump non vuole che quella carovana si avvicini al confine americano? Perché la legge statunitense, in base al diritto internazionale, non può ignorare chiunque richieda asilo negli Stati Uniti: il richiedente deve essere ricevuto e rinviato a un esaminatore affinché valuti la sua richiesta. Respingere queste persone significherebbe per le autorità statunitensi infrangere la legge. Rifiutare persone che si trovano in situazioni in cui la loro vita o la loro sicurezza è illegale.


E sul problema dei minori presenti tra i migranti è intervenuto anche Save the Children con una dichiarazione di Carolyn Miles, presidente e direttrice Generale della Ong negli Stati Uniti: «Save the Children non può e non resterà in silenzio di fronte al trattamento che il governo degli Stati Uniti sta riservando ai bambini e alle famiglie che migrano dai paesi dell'America centrale.

Ci sono già più di 13.000 minori non accompagnati trattenuti dal governo negli Stati Uniti ed è fondamentale che i nuovi arrivati vengano trattati con umanità”, ha dichiarato Carolyn Miles, Presidente e Direttrice Generale di Save the Children negli Stati Uniti.

Cercare asilo non è un crimine e usare i bambini come pedine per scoraggiare l'immigrazione è un atteggiamento senza scrupoli. Lavoriamo per difendere i diritti dei bambini e ci opponiamo fortemente sia alla separazione familiare che alla detenzione, poiché queste pratiche sono dannose e distruttive per il benessere di un minore.

Eventuali modifiche all'accordo di Flores del 1997 possono rivelarsi gravemente dannose per i bambini. Per questo, nella fase attuale in cui si è chiamati ad esprimersi pubblicamente su regolamenti che consentirebbero la detenzione indeterminata dei minori, incoraggiamo tutti a farsi avanti e a dire la propria contro le modifiche proposte. Una cosa è certa: se tali modifiche dovessero entrare in vigore, bambini già di per sé traumatizzati lo saranno ancora di più.

Sarà la storia a giudicare come avremo agito oggi. In questo momento abbiamo una scelta chiara di fronte a noi: accogliere e proteggere minori traumatizzati e vulnerabili oppure schierare soldati e innalzare muri di filo spinato per impedire che raggiungano un luogo sicuro? Fornire l'asilo ai bambini che ne hanno bisogno è un dovere al quale non possiamo sottrarci e a chiedercelo non è soltanto la legge ma a che la nostra stessa umanità.»