La Segreteria nazionale ANPI esprime piena solidarietà ed appoggio alle lavoratrici e ai lavoratori della GKN in lotta, che sabato 18 settembre daranno vita ad una nuova, grande manifestazione a Firenze contro i 422 licenziamenti comunicati a luglio dalla multinazionale britannica, oggi proprietà di un fondo americano. È intollerabile il cinismo e l'arroganza con cui padroni con poteri giganteschi ma senza volto si rivolgono ai dipendenti sconvolgendo le loro vite, per di più senza alcuna logica industriale. In conclamato svilimento dei principi costituzionali, chi lavora è trattato peggio di una merce, che si compra, si vende o di cui ci si disfa in modo arbitrario ed antisociale. La dignità della persona, il rispetto del lavoro e la giustizia sociale sono fra i cardini delle ragioni della Resistenza italiana a cui si è ispirata la Costituzione e l'intera costruzione dell'edificio democratico italiano. L'intero Paese si unisca alla lotta dei lavoratori GKN e di tutte le altre aziende, spesso multinazionali, che stanno licenziando. Non è così che si costruisce la rinascita dell'Italia.

Così l'Anpi, venerdì, aveva introdotto la mobilitazione lanciata dai lavoratori Gkn che questo sabato ha riempito i viali di Firenze, dove in testa al corteo sventolava la bandiera originale della Brigata Sinigaglia con il motto partigiano, “Insorgiamo”, appello diventato simbolo della lotta promossa dal Collettivo di fabbrica della Gkn.

Erano in migliaia, probabilmente in 30mila,  coloro che hanno manifestato contro i licenziamenti annunciati dal Fondo inglese Melrose per gli addetti dello stabilimento toscano, contro la logica delle delocalizzazioni e della massimizzazione del profitto.

A luglio il Fondo Melrose ha deciso di chiudere la fabbrica fiorentina della Gkn non per penuria di ordini, ma per aumentare i profitti, spostando la produzione in Polonia. Gli operai non ci stanno e comincia la mobilitazione. La Fiom fiorentina si rivolge al tribunale denunciando l'impresa per attività antisindacale. Nel frattempo, il governo ha aperto un tavolo al ministero dello Sviluppo economico e lunedì 20 settembre è previsto un incontro per trovare soluzioni alternative alla chiusura del sito. Se non vi saranno novità, il 22 settembre dovrebbero partire le lettere di licenziamento che interesseranno 422 lavoratori. La mobilitazione di oggi, con quelle delle settimane scorse, ha l'obiettivo non solo di scongiurare la perdita di quei 422 posti di lavoro, ma anche di denunciare, appunto, la logica che porta alla delocalizzazione di imprese che lavorano e hanno ordini per aumentare i guadagni di pochi.

Questione sociale, questione di democrazia, il messaggio lanciato al governo da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, che ha parlato ai lavoratori e alle lavoratrici della Gkn:

"Stiamo chiedendo al governo  - ha detto Landini - che, insieme a noi, faccia cambiare questa idea all'impresa e si determinino le condizioni per una continuità produttiva, anche, se necessario, cambiando la proprietà o trovando altri soggetti che siano disponibili a continuare la produzione, visto che l'azienda non solo non ha crisi ma ha un mercato e la possibilità di proseguire le attività".

Queste le parole di Francesca Re David, Fiom-Cgil:"Noi respingiamo la richiesta della azienda di cassa integrazione per cessazione, è una azienda che va bene, che ha commesse, è un'operazione finanziaria, dettata da un fondo. Il Governo non deve affrontare le crisi in questo modo... ci vogliono strumenti per affrontare le transizioni che tengano vincolate le aziende e il lavoro".

Questo, infine, è quanto ha dichiarato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni anch'egli presente al corteo, parlando con i cronisti:

"Firenze non li lascerà soli a difendere non solo un posto di lavoro, già di per sé importante, ma perché la posta in gioco oggi è difendere i diritti del lavoro minacciati in tutto il Paese da un'idea malsana di ripresa della nostra economia che rischia di fare il ritorno allo sfruttamento la cifra dominante. Uno scenario che non può essere accettato. C'è bisogno ora che il governo e le Istituzioni svolgano fino in fondo il proprio ruolo per trovare una soluzione positiva a questa vertenza"