Dal codice dell'amministrazione digitale (Decreto legislativo 07/03/2005) alle Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale (Legge 11/09/2020, n. 120) ormai il percorso di digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana è irreversibile.

In questo percorso è stata fondamentale l'istituzione della carta della cittadinanza digitale (Legge 07/08/2015, n. 124), che afferma come la pubblica amministrazione deve garantire ai cittadini e alle imprese il diritto di accedere a tutti i dati, i documenti e i servizi di loro interesse in modalità digitale.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) #nextgenerationitalia contiene inoltre importanti interventi volti a trasformare la pubblica amministrazione in chiave digitale, migliorando il rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Tra i cinque obiettivi fondamentali si trova infatti la diffusione dell'identità digitale su almeno il 70% della popolazione e l'erogazione online di almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali.

La carta di identità elettronica (CIE), il sistema pubblico di identità digitale (SPID), il sistema dei pagamenti elettronici della pubblica amministrazione (PagoPA) stanno, l'App dei cittadini italiani (AppIO) sono ormai sempre più diffusi e la cittadinanza digitale sta diventando realtà. Tutto questo porterà ricadute positive sull’efficienza della pubblica amministrazione, sul risparmio di tempo e di costi per i cittadini, sulla qualità dell’ambiente.

L'Italia rimane però ancora ferma a carta e matita per quanto riguarda il voto elettronico, sia per quanto riguarda l'e-voting (il voto presso il seggio attraverso delle macchine digitali), sia per quanto riguarda l'i-voting (il voto da remoto attraverso internet). In altri paesi il voto elettronico è già realtà, come per esempio in America, in Estonia, in Svizzera e addirittura in alcuni paesi africani come la Namibia e la Sierra Leone, dove nel 2018 nel distretto elettorale della capitale Freetown è stato organizzato un test sull’applicazione della tecnologia blockchain per registrare i voti dei cittadini.

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha adottato il 9 luglio 2021, di concerto con il ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, il decreto che individua le modalità attuative per l'utilizzo del Fondo per la sperimentazione del voto e dello scrutinio elettronico per le elezioni politiche ed europee e per i referendum. Il provvedimento approva le “linee guida” per la sperimentazione di modalità di espressione del voto in formato digitale.

La strategia prevede una gradualità della sperimentazione che coinvolgerà un campione significativo di elettori con una simulazione circoscritta a determinati ambiti territoriali comunali e consolari, individuati dal Ministero dell'interno e dal Ministero degli affari esteri. La sperimentazione è limitata a due categorie di cittadini specifiche, gli studenti e i lavoratori fuorisede e gli italiani all'estero. Parliamo nel complesso di circa 7,5 milioni di persone, oggi fortemente ostacolate a esercitare concretamente il diritto di voto. Questo percorso rimane però purtroppo ancora sperimentale e quindi la sua estensione a tutto il paese è a oggi incerta.

Nel frattempo è fondamentale che avvenga anche una immediata digitalizzazione dell'attuale tessera elettorale cartacea, auspicabilmente basata sulla Carta di identità elettronica, oppure su AppIO, consentendo così di rendere più semplice il processo di identificazione al seggio da parte del cittadino, di aumentare il rispetto della privacy, di ridurre gli oneri organizzativi ed economici per le amministrazioni locali legati alla produzione e riproduzione della tessera elettorale cartacea. Su questo è fondamentale l'ordine del giorno presentato dall'onorevole Massimiliano Capitanio attraverso il quale il 26 luglio 2021 il Governo, in occasione del voto sul decreto Semplificazioni, ha accolto la raccomandazione di procedere verso la digitalizzazione della tessera elettorale.