La legge recita:“ ... Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco non è rieleggibile, ad eccezione dei comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti, in conformità di quanto previsto dalla legge 7 aprile 2014, n. 56”.

E questo è proprio il caso di Perugia!

Il nostro stimatissimo sindaco Andrea Romizi è quasi al secondo anno del suo secondo mandato come primo cittadino (14/19 e 19/24).

E siccome Perugia conta più di 3.000(!) abitanti, logica conseguenza non sarà più possibile metterlo seduto in quella poltrona comunale per il terzo mandato consecutivo.

Un bene? Un male? Chi può dirlo! Di sicuro è che tempo e l’esperienza ci insegnano ad essere migliori; cosa che avrebbe potuto (e tutti ne abbiamo bisogno) verificarsi anche per lui!

Ora, la prima domanda che ci dobbiamo porre è questa: dopo due mandati, del Romizi, conditi in bianco a “burro e parmigiano”, chi prenderà il suo posto come primo cittadino per una Giunta (speriamo) condita al ragù?

È presto farcela questa domanda? Credo proprio di no! Sono arci sicuro che già le manovre sono cominciate all’interno del Palazzo dei Priori!

Comunque sia, la legge, il nostro sindaco la conosce perfettamente: come perfettamente la conoscono gli assessori della sua Giunta e tutto il resto dei rappresentanti della politica del Comune!

Sicuramente già da ora stanno pensando al nome del prossimo sindaco.

Giusto? Senz’altro sì; e chi lo mette in dubbio!

La questione su cui disquisisce non è se, ma semmai con quali mezzi e quali manovre si preparano la strada per realizzare questo legittimo obbiettivo!

Sicuramente la strategia adottata dai politici del nostro Comune non va fuori dal principio adottato in moltissimi accordi politici che è quello del “do ut des”!

E come in ogni lotta politica di questa portata c’è chi è già, fino da ora, favorito ed ha un “piene nella staffa” per essere l’eletto e chi, invece, insegue a ruota per avere l’occasione di un gratificante sorpasso sugli avversari!

Tutto secondo i piani di una buona concorrenza politica oppure c’è qualcosa che è sfuggito agli occhi di noi che siamo fuori dai giochi di palazzo?

Non sarà che il sindaco ha già, fin da ora, “venduto le sue scarpe per un miglio di libertà?”.

Detto in altre parole: per gli interessi di altre ideologie politiche ha messo da una parte il suo partito?

Da come ha distribuito le deleghe agli Assessori ci dà l’impressione proprio di si!

“Perugia: Social City” non ha la sfera di cristallo o di secondo nome non si chiama Cassandra. Solamente diciamo che, se quando guarda il futuro ha certi pensieri per la testa e contemporaneamente gli “prude il naso”, quei pensieri si avverano!

E quel pensiero che a suo tempo l’Associazione ha avuto, e che in effetti si è avverato, riguardava proprio la costituzione della Giunta comunale attuale.

Ci riferiamo ai nove cavalieri della tavola rotonda che però, tanto rotonda a noi non era sembrata allora e tanto meno ci sembra ora, dopo circa due anni che lavora!

Sinceramente nella scelta degli Assessori attualmente in carica e più che altro nell’assegnazione delle deleghe ai medesimi, non è che sia tanto prevalsa la realtà della percentuale ottenuta dai vari partiti, risultato delle votazioni, in quanto, in corso d'opera, si sono viste preferenze (e tutt’ora si vedono) per un certo partito (la Lega: ex Lega nord) che hanno avuto dal nostro Sindaco (FI) attenzioni politiche molto più consistenti di quello che dovrebbero avere da un primo cittadino che, in fondo, appartiene ad un partito storico che bene o male ha avuto la sua importanza per venticinque anni nel nostro Paese.

Pur essendo al potere della città una coalizione di destra, le differenze ideologiche, culturali e di valori democratici sono ben distinguibili gli uni dagli altri.

In tutto questo contesto il sindaco Romizi non può fare a meno di prestare attenzione e considerare bene e...molto...molto attentamente a ciò che, lo stesso, rappresenta per Forza Italia in Umbria perché, oltre che essere Sindaco di Perugia, è anche rappresentante e responsabile politico regionale del partito a cui appartiene; con obblighi ben precisi e concreti verso gli iscritti che gli permettono di essere quello che è e del ruolo che sta svolgendo nel contesto Umbro.

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)