Alcuni quotidiani, questa mattina, pubblicavano un'indiscrezione che dava per certo un sondaggio svolto internamente dai 5 Stelle da cui risultava che il loro elettorato, in larga parte (al 70%), aveva cambiato idea sulla Torino Lione, diventando improvvisamente pro Tav.

In base a ciò, Di Maio avrebbe dato il via libera al proseguimento dei lavori nella settimana a venire. Un bella capriola, non c'è che dire. L'indiscrezione, però, è stata smentita da una nota del MoVimento, inviata ai quotidiani, che recita:

"Quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa, tra cui il Corriere della Sera attraverso la firma di Francesco Verderami, non solo è destituito di ogni fondamento, ma corrisponde a un clamoroso falso, visto che il M5s non è in possesso di alcun sondaggio interno sul Tav con quei dati.

I sondaggi che abbiamo visionato noi a febbraio danno i due terzi degli elettori del m5s contrari al Tav.  Dati confermati da un altro sondaggio di Demopolis per Otto e Mezzo (La7), in cui gli elettori del MoVimento favorevoli sono appena il 18%. Cioè l'opposto di quello che si sta diffondendo sui media. A che gioco sporco si sta giocando?»

Una posizione ribadita dallo stesso Davide Casaleggio, il vero burattinaio del MoVimento, di cui il Corriere riporta il seguente virgolettato: «Penso che il tema Tav sia già stato dibattuto anni e anni con gli iscritti e mi sembra che la soluzione e il punto di arrivo sia sempre stato lo stesso. Penso che la base abbia sempre espresso la propria opinione in modo univoco su questo tema».

La posizione delle opposizioni sul sì all'opera è ormai accertata da tempo e l'ok al prosieguo dei lavori è diventato, in tal modo, non solo un elemento di contrapposizione politica, ma anche di propaganda contro i 5 Stelle che da soli si trovano a difendere il proprio diniego anche all'interno dello stesso Governo, visto che la Lega è favorevole a che i lavori sulla Torino Lione vadano avanti.

E tanta è la pressione che si finisce pure per sconfinare nell'insulto, con Berlusconi che ha definito Toninelli uno "scemo".

Il problema è che si dovrà decidere che cosa fare entro la prossima settimana, perché Telt, società italo-francese creata ad hoc per la realizzazione dell'opera, dovrà decidere entro l'11 marzo il via libera ai bandi, step necessario per far arrivare 300 milioni di euro di contributi europei che, altrimenti, andranno persi.

Tutte le ipotesi sono sul tavolo, dalla crisi di Governo fino ad un via libera "fasullo" per non perdere i finanziamenti e rimandare a dopo le europee qualsiasi decisione definitiva.

Il nodo, però, appare complicato, se non impossibile, da sciogliere, perché qualunque decisione al riguardo non potrà non scontentare qualcuno.

A proposito. I 5 Stelle, a forza di promuovere i desiderata di Salvini, in base all'ultimo sondaggio Ipsos, sono arrivati al 21% dei consensi, mentre la Lega è data intorno al 36%. Nel caso volessero terminare il lavoro già brillantemente iniziato sanno quindi che cosa fare.