La fondazione vaticana intitolata a Joseph Ratzinger, dal 2011 ha istituito un premio quale riconoscimento per quegli studiosi che si sono distinti nell'attività della ricerca scientifica di carattere teologico.
Nell'edizione 2018, ad essere premiati sono stati la Professoressa Marianne Schlosser e l’Architetto Mario Botta. Alla cerimonia di conferimento dei premi ha presenziato papa Francesco.
Il premio all'architetto Mario Botta è stato assegnato per aver mostrato nella sua lunga carriera una particolare sensibilità verso la sacralità dello spazio, come testimoniano le chiese da lui progettate.
«In tutta la storia della Chiesa - ha detto il Papa - gli edifici sacri sono stati richiamo concreto a Dio e alle dimensioni dello spirito ovunque l’annuncio cristiano si è diffuso nel mondo; hanno espresso la fede della comunità credente, l’hanno accolta contribuendo a dar forma e ispirazione alla sua preghiera. L’impegno dell’architetto creatore di spazio sacro nella città degli uomini è quindi di valore altissimo, e va riconosciuto e incoraggiato dalla Chiesa, in particolare quando si rischia l’oblio della dimensione spirituale e la disumanizzazione degli spazi urbani.»
Consegnando il premio alla professoressa Marianne Schlosser, professoressa di teologia dell'Università di Vienna e seconda donna ad esser premiata dopo la biblista Anne-Marie Pelletier, Papa Francesco ha ricordato che «è molto importante che venga riconosciuto sempre di più l’apporto femminile nel campo della ricerca teologica scientifica e dell’insegnamento della teologia, a lungo considerati territori quasi esclusivi del clero.»
Ma per il Papa, l'apporto della donna all'interno della Chiesa deve allargarsi: «È necessario che tale apporto venga incoraggiato e trovi spazio più ampio, coerentemente con il crescere della presenza femminile nei diversi campi di responsabilità della Chiesa, in particolare, e non solo nel campo culturale.
Da quando Paolo VI proclamò Teresa d’Avila e Caterina da Siena dottori della Chiesa non è permesso più alcun dubbio sul fatto che le donne possono raggiungere le vette più alte nell’intelligenza della fede. Anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI lo hanno confermato, inserendo nella serie dei dottori i nomi di altre donne, Santa Teresa di Lisieux e Ildegarda di Bingen.»
«Non solo nel campo culturale...» queste le parole da sottolineare pronunciate da Bergoglio. Sono forse da interpretare come apertura affinché il ruolo della donna all'interno della Chiesa cattolica diventi simile a quello che già le donne hanno in altre confessioni cristiane?