La verità sulla morte di  Diana Spencer  viene invocata a gran voce dal figlio William, rimasto orfano di madre a soli 14 anni insieme al fratello Henry, più piccolo di qualche anno.

Era un pomeriggio estivo di fine agosto del 1997 quando, riuniti in salotto davanti alla televisione,  ascoltammo con sgomento della morte di Lady Diana: insieme  al suo fidanzato Dodi Al Fayed ed all’autista che avrebbe dovuto accompagnarli all’aereoporto per rientrare a Londra, l’auto si schiantò nella galleria che passa sotto il ponte de l’Alma a Parigi.

Tutto il mondo pianse Diana, fioccarono i mazzi di  fiori e  parole e canzoni dolci in suo onore, si aprirono  le indagini  mentre   i tabloid  inglesi tuonavano sull' oscura vicenda, ma i sospetti e le accuse nei confronti dei reali d’Inghilterra svanirono nel nulla come polvere al vento.

Così separammo nell’album delle foto-ricordo i belli dai brutti, i buoni dai cattivi, il sorriso raggiante ed il  ciuffo biondo della principessa  lo isolammo dalla faccia smunta  del marito, così come la  storia di una giovane donna piena di grinta in cerca d’amore  sincero fece da contrappunto a quei tetri personaggi del museo delle cere Madame Tussauds in Marylebone road.


BBC e il giudice Lord Dyson

Oggi impazza sugli schermi la quarta stagione di The Crow (la Corona), fortunata serie televisiva Netflix sui reali inglesi, dove regia ed attori non hanno risparmiato di rivelare ogni minimo dettaglio sulla vita di Diana, soprattutto tanta amarezza, tanto da indurre il figlio William insieme alla BBC, a fare chiarezza  ed aprire un indagine indipendente per mano di un nuovo Sherlock Holmes, tale Lord Dyson.

Lord Dyson è una delle maestranze più anziane in pensione del paese, ex giudice della Corte Suprema guiderà un processo completo, ma non si comprende perché le indagini non sono state riaperte dall’ organo di polizia investigativa Scotland Yard;  a 23 anni di distanza dalla morte di Diana Spencer è passata molta acqua sotto i ponti, Camilla Parker duchessa di Cornovaglia,  da ex amante è diventata la seconda  moglie del principe Carlo, i figli William e Henry si sono sposati ed hanno  prole, mentre la regina Elisabetta non si è mai stancata di agitare la sua manina inguantata per salutare le folle che la ritengono una perenne icona mai  tramontata.

A proposito di Cornovaglia e di corna ( le nonne al sud Italia raccontavano che le corna dei re siccome sono d’oro non si chiamano corna) fa ancora eco la famosa intervista di Diana alla BBC con  un audience di 23 milioni di spettatori,  quando la stessa principessa dichiarò, certa del tradimento del coniuge con l’amichetta d’infanzia mai abbandonata, che "un matrimonio in tre non può funzionare".

Le maschere di corte  fecero spallucce sul principe Carlo e la  sua amante, mentre si irretirono  adombrandosi nelle sale di Buckingham Palace quando Diana  decise per una nuova vita e  nuovi fidanzati. Forse era meglio eliminarla piuttosto che passare gran becco di fronte al mondo, piuttosto che saperla felice …

Le parate, le medaglie e le divise in bella vista,  gli stemmi regali, la caccia alla volpe, quella maschera  incartapecorita che da sempre rende antipatico a prima vista il Principe Carlo, così  come la sua Camilla in versione femminile, sono l’opposto della freschezza e della spontaneità che Diana dispensava, e ancora quel controllo così british dal quale non trapelano le emozioni hanno sdegnato le sue lacrime incontrollate e la sua bulimia,   cuori di pietra  dietro le tende  amanti delle trasgressioni,  pronti a punire il prossimo con il  disprezzo che inneggia alla perfezione,   somma ipocrisia non solo degli incoronati inglesi.

Per concludere gli affari sotto banco e le  contraddizioni non smettono mai di stupirci, neppure in questa occasione di  bufera e polemica ( a mio avviso apparente e di facciata) contro la serie televisiva  Netflix, con cui il principe Harry e sua moglie Meghan, però, come rivela il capo dell’azienda Reed Hastings, hanno fatto un accordo commerciale di 75 milioni di sterline per produrre documentari e programmi...