In base a quanto anticipato dalle agenzie, Virginia Raggi, durante una riunione con i consiglieri che compongono la maggioranza nell'Assemblea capitolina, ha dichiarato di volersi ricandidare a sindaco di Roma per un secondo mandato.

Da capire se il Movimento 5 Stelle, nel senso dei vertici (ammesso che esistano, escludendo la Casaleggio Associati), sia stato informato anticipatamente della scelta della Raggi.

Un sondaggio dello scorso mese di luglio di Termometro Politico indica il gradimento dei romani nei confronti dell'attuale sindaca di Roma in ampia discesa, con oltre il 66% degli elettori che si è dichiarato contrario alla sua rielezione.

La notizia, ovviamente, non potrà che far festeggiare gli estremisti destra che alle elezioni si presenteranno compatti con un proprio candidato, a meno che Salvini e Meloni non finiscano per litigare su chi dei due metterà la bandiera del partito sul sindaco della capitale.

I voti della Raggi, sull'altro versante, finiranno per togliere qualsiasi possibilità di vittoria ad un candidato di centrosinistra, considerando che, a meno di clamorosi ripensamenti, Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ha già dichiarato che il suo partito non appoggerà mai una candidatura ad un secondo mandato dell'attuale sindaca di Roma, e che pertanto presenterà un proprio candidato.

Se invece la Raggi non si fosse ricandidata, centrosinistra e 5 Stelle avrebbero teoricamente potuto presentare un candidato comune che, in quel caso, avrebbe forse avuto qualche possibilità di successo. Naturalmente, va ricordato, che si trattava comunque di una possibilità molto, ma molto,"teorica".

Quindi, nei prossimi mesi, tra FdI e Lega inizierà la lotta per decidere il nome del nuovo sindaco di Roma e stando così le cose la sua elezione sarà solo una formalità.