In occasione del Consiglio federale per l'approvazione del budget 2024, il presidente della FIGC, Carlo Gravina, tra le altre cose ha relazionato i membri dell'organo federale sull’esposto presentato alla Procura di Roma in relazione al servizio andato in onda la settimana scorsa durante la trasmissione ‘Le Iene’, a tutela dell’intero mondo del calcio e della stessa Associazione Italiana Arbitri, per verificare i contenuti di quanto affermato e per stimolare ogni più approfondita verifica dei fatti n esso narrati.
Nella conferenza stampa, Gravina ha poi ribadito la sua stima nei confronti della classe arbitrale italiana, definita un’eccellenza del nostro Paese: “C'è un dato che si proietta a livello internazionale: togliendo l'ultima giornata sono state giocate 206 partite di Serie A, con 1076 check da Var: di questi sono stati rilevati 91 errori, di cui 82 sono stati corretti. Andando sulle percentuali, se non ci fosse stato il Var avremmo avuto l’8,49 di percentuale di errore, di fatto è stato ridotto allo 0,84%, un dato ulteriormente sceso rispetto allo 0,89% dell’ultimo anno. Si vede che c’è una contrazione di errori e una grande qualità dei nostri arbitri”.
E non a caso, ha detto, i nostri direttori di gara sono apprezzati in tutto il mondo: “Gli arbitri italiani, Var e Avar, a livello internazionale sono i più utilizzati in assoluto nelle competizioni internazionali, il 15% rispetto all’11% della Premier League e al 3-4% di altre federazioni. Abbiamo il coordinatore degli arbitri a livello FIFA che è italiano, così come quelli di UEFA e CONCACAF. Diverse leghe e federazioni ci chiamano per avere i nostri arbitri nelle partite più importanti, ma in Italia non si riesce ancora a comprenderne la qualità”.
Il guaio per Gravina, però, è che questa sera lo stesso arbitro rimasto anonimo fornirà nuovi particolari e ulteriori precisazioni alla sua precedente denuncia, fornendo anche un resoconto della riunione organizzata da Gianluca Rocchi con tutta la squadra arbitrale. Nello stesso servizio anche le testimonianze di altri cinque direttori di gara che raccontano delle denunce fatte, sia sull'operato che sul loro contratto di lavoro.
Forse Gravina doveva attendere ancora un po' per esprimere supporto alla classe arbitrale italiana?