Renzi: revocare la concessione ad Autostrade significa spaventare gli investitori
La posizione dei 5 Stelle sulla necessità di revocare la concessione ad Autostrade è chiara fin dopo il il crollo del ponte Morandi ed è riassunta dal capo politico del Movimento in questi termini: "Se un concessionario che aveva la responsabilità di prendersi cura delle nostre strade, dei nostri ponti e delle nostre gallerie non lo ha fatto, non merita più di continuare a incassare miliardi di euro da parte degli italiani".
Una dichiarazione ineccepibile, anche se i 5 Stelle non hanno mai spiegato ruolo e responsabilità del ministero dei Trasporti su che cosa e come Aspi (Autostrade per l'Italia) stesse facendo, dato che sia gli uffici di Roma che quelli territoriali avevano il compito di verificarne l'operato.
Comunque, rimettendo nel cassetto l'inciso e limitandoci alla questione revoca, si può aggiungere che adesso il Pd sembra diventato possibilista sull'argomento, anche di fronte agli ultimi crolli in galleria e alle ultime rivelazioni su un nuovo scandalo in relazione all'installazione di barriere fonoassorbenti.
Matteo Renzi, naturalmente, non è d'accordo. Come ormai tutti hanno avuto modo di capire, il motivo che lo ha indotto a far nascere l'attuale governo è quello di raccogliere consensi per Italia Viva, grazie alla sua attività propagandistica, cui si deve ascrivere anche il voto a favore della reintroduzione della precedente modalità di prescrizione per i reati di natura penale. Salvo poi farlo cadere, se e quando sarà più conveniente per il suo partito.
Attività di propaganda che consiste prevalentemente nell'opporsi ai provvedimenti bandiera del Movimento 5 Stelle. La ragione? È molto semplice: da una parte Renzi si presenterà come politico responsabile e anti grillino, dall'altra - come ha già iniziato a fare - dirà che il Partito Democratico è al traino dei 5 Stelle.
Intervistato questa mattina a Radio Capital, Matteo Renzi ha dichiarato che "la revoca ad Autostrade sta in piedi se hai la base giuridica, altrimenti stai facendo il più grande regalo ad Aspi, che chiederà 40 miliardi di risarcimento. Chi è colpevole paghi, ma bisogna avere serietà: dire che faremo la revoca significa spaventare gli investitori".
A Renzi (e ai renziani che subito hanno seguito il loro capo confermando la sua posizione su Autostrade) ha risposto indirettamente il vice ministro allo Sviluppo Economico, il 5 Stelle Stefano Buffagni: "Oggi leggiamo di una megaofferta da 7,5 miliardi e mille assunzioni fatta da Autostrade che parla anche di aumento di risorse per la sicurezza, senza peraltro parlare di taglio delle tariffe. Sembra che stiano facendo un favore ai cittadini italiani, ma la manutenzione e la sicurezza sono già previste nel contratto! La domanda è: cosa hanno fatto fino ad oggi?Ieri, la procura di Genova ha denunciato pressioni subite dai loro periti indipendenti a opera di avvocati della società autostrade. Non siamo un paese normale, se qualcuno pensa di poter fare queste pressioni o di poter comprare qualsiasi cosa. SI SENTONO INTOCCABILI MA LO STATO NON SI FARÀ COMPRARE. I 43 morti del Ponte Morandi non si possono comprare, il Governo non si farà ricattare.Per anni questa società ha intascato milioni a palate, dimenticandosi di fare manutenzione, falsificando report e mettendo a rischio la sicurezza di ognuno di noi. Autostrade ha responsabilità gravissime di cui non abbiamo ancora visto ammende concrete ma solo tante belle parole, interviste, lettere, velate minacce. Poi si arriva all’annuncio di un piano industriale che in realtà dovrebbe essere la normalità, perché già previsto nel contratto e si aspettano che ci leviamo il cappello e gli diciamo grazie! Questo modo di porsi mi fa schifo!"
E lo schifo, probabilmente, non è solo relativo al modo di porsi di Autostrade e dei Benetton, ma anche di chi - direttamente o indirettamente - dà la sensazione di favorirne gli interessi. Almeno così lo hanno interpretato molte persone sui social, lanciando l'hashtag #43MortiChiedonoLaRevoca.