La sora Meloni che in questo fine settimana è in versione sciura, avendo eletto Milano come sede della convention della conferenza programmatica del suo partito, ha fatto il suo ingresso al MiCo tenendo in mano una bandiera italiana e facendosi accompagnare da una musichetta trendy, invece del più adattissimo Canto degli Italiani (se di Mameli o di Almirante... fate voi).

Ma poco importa, perché quelli che contano sono i contenuti dell'intervento di apertura per la conferenza programmatica di Fratelli d'Italia, la forza politica che a dire della Meloni rappresenterebbe la "grande famiglia dei conservatori e dei patrioti italiani"... chiunque essi siano.

Che cosa ha detto la presidente di FdI? Così l'agenzia Askanews riassume i contenuti del suo intervento:

La Meloni descrive un'Italia tra "le macerie" della globalizzazione, che vive "un'epoca infame", con diritti "a rischio" e una deriva "sinistramente illiberale" con l'imposizione del "modello cinese". E chiama i suoi "fratelli patrioti" al compito della "ricostruzione", con l'obiettivo di un "nuovo Risorgimento italiano". Sono le parole d'ordine con cui Giorgia Meloni prova ad assumere la guida del centrodestra italiano, o comunque della forma che quell'area politica assumerà alle prossime elezioni. perché "abbiamo la classe dirigente", e "ci faremo trovare pronti, con le proposte giuste e le persoen giuste al posto giusto", dice dall'assemblea programatica che a Milano inizia ad abbozzare le linee guida con cui FdI si candida a guidare il governo. Per gli alleati al momento non c'è spazio, "sarebbe un controsenso invitarli e non farli parlare", dice Ignazio La Russa spiegando che Matteo Salvini non ci sarà. Anche se il segretario leghista fa sapere che vuole comunque portare "un saluto affettuoso". Per la Lega c'è Attilio Fontana, che insiste sull'unità della coalizione e sul "buongoverno" del centrodestra in Lombardia. Ma nella relazione di Meloni, durata oltre un'ora, la coalizione di centrodestra non viene mai nominata. Le proposte per il "Rinascimento" sono quelle storiche della destra italiana, con l'orgoglio per le radice missine sottolineato ad esempio nell'intervento di Nello Musumeci o nel ricordo di Assunta Almirante. Ma quelle proposte oggi, è la convinzione di Meloni, sono quelle che devono guidare l'alternativa al centrosinistra, anche ‘cooptando' altre personalità d'area con storie diverse, come Pera e Tremonti che saranno ospiti della convention meloniana. E allora Meloni tuona contro "l'ubriacatura" della globalizzazione, contro la "menzogna immigrazionista", contro le "elite globaliste". Contro "l'ideologia gender", contro "l'ideologia green di Greta e Tafazzi". Rilancia le accuse alla gestione del Covid, al green pass sui luoghi di lavoro, al "modello cinese con Qr code e mascherine". E ribadisce la scelta di campo atlantica a sostegno dell'Ucraina perché altrimenti "finiremo sotto la Cina capital-comunista". Anche se attacca Biden per le mosse che hanno preceduto la guerra e per non farsi carico dell'effetto delle sanzioni sull'economia dell'Europa: "Serve un fondo di compensazione, non faremo i muli da soma dell'Occidente". Che deve invece "riscoprire i suoi valori". Per l'Italia Meloni rilancia ovviamente il presidenzialismo, propone una strategia industriale che protegga il marchio Made in Italy con "estensione del Golden Power e rilocalizzazione delle imprese che sono andate all'estero", insiste sul merito contro la "devastazione dell'uno vale uno" e "la paghetta di Stato" del reddito di cittadinanza. E promette la detassazione delle risorse che i nonni destinano all'aiuto di figli e nipoti. C'è dunque la soddisfazione per aver raggiunto l'obiettivo di Fratelli d'Italia, "ridare una casa alla destra, costruire il grande partito dei conservatori italiani". Ma ora "continueremo a salire", senza che l'altitudine ci dia alla testa: vogliamo arrivare in vetta è perché da lì possiamo guardare più lontano". 

Se il riassunto non fosse sufficiente, per il dettaglio, è disponibile il video a render giustizia all'intero programma della sciura Meloni:

Detto questo, non può mancare però una domanda che sorge spontanea: ma perché diavolo la sora sciura si è scomodata nel fare questa carnevalata? In fondo, lei si proclama paladina di Trump e addirittura devota di Orban... Quindi che Italia potrà mai auspicare una che applaude chi nega i diritti alle minoranze, pone la magistratura sotto il controllo del governo, limita (se non elimina) la libertà di stampa, riduce le libertà sindacali, schiavizza il lavoro dipendente... se non l'Italia del ventennio? 

Oltretutto, la sciura Meloni vuole dedicare strade e piazze al fu Giorgio Almirante, che, senza citarla, descriveva così la resistenza e la liberazione dell'Italia 

Siamo nati un cupo tramonto
Di rinuncia, vergogna, dolore:
siamo nati in un atto d’amore
riscattando l’altrui disonor...

mentre lei si guarda bene dal celebrare il 25 aprile, dicendo pure di rispettare la Costituzione che nella lotta al nazifascismo fonda le sue radici! E, mentre alcuni dei suoi iscritti inneggiano al Duce a braccio teso, vogliamo continuare a far finta che FdI sia un partito "normale"? Non è così. Chiunque fondi la propria propaganda sulla negazione dei diritti delle minoranze, qualunque siano, troverà sempre, prima o poi, un nuovo "nemico" da indicare alle insoddisfazioni e alle frustrazioni di coloro che pretenda di governare.

La storia, specialmente in questo Paese, non sembra aver insegnato nulla.