Le Forze Armate maltesi nelle prime ore di giovedì avevano reso noto di aver iniziato a comunicare con il capitano della petroliera turca ELHIBRU 1 quando era a circa 30 miglia nautiche di distanza da Malta. Il capitano ha più volte confermato di non avere il controllo della nave e che lui e il suo equipaggio erano stati minacciati da un certo numero di migranti e costretti a dirigersi verso Malta.

A quel punto, una nave di pattugliamento maltese ha impedito alla petroliera di entrare nelle acque territoriali dell'isola.

Quindi, un'unità delle forze speciali maltesi, inviata a bordo della nave turca, ha provveduto a ridare il controllo della petroliera al capitano. L'unità è stata supportata da mezzi navali e da un elicottero che hanno scortato poi la nave verso Boiler Wharf, dove è attraccata prima delle nove di oggi.

I migranti a bordo della ELHIBRU 1, 108 persone di cui 19 donne e 12 bambini, erano stati soccorsi dalla petroliera turca mentre si trovavano in acque libiche. Alcuni di loro, per evitare di finire nuovamente nei lager libici, hanno costretto il capitano della nave a fare rotta verso nord.

Dopo l'attracco, la polizia maltese ha preso in custodia quattro uomini, che si ritengono pertanto gli unici responsabili del dirottamento.

Questo il commento della Ong Sea-Watch International che considera quanto accaduto non un atto di pirateria, ma un atto di autodifesa:

 
Questo, sullo stesso tenore, il commento della Ong Mediterranea: