L'appoggio incondizionato a Netanyahu potrebbe costare caro a Biden nelle presidenziali 2024
Un nuovo sondaggio di Data for Progress ha rivolto agli elettori statunitensi varie domande di politica estera, in particolare legate alla guerra in corso a Gaza.
Alla domanda se approvassero o disapprovassero il modo in cui Joe Biden sta gestendo il conflitto israelo-palestinese, il 57% degli elettori ha dichiarato di disapprovarlo, mentre sono il 36% coloro che lo approvano. Questo margine è aumentato da quando Data for Progress ha iniziato a proporre il sondaggio all'inizio di novembre.
Tuttavia, la disapprovazione per la gestione del conflitto israelo-palestinese da parte di Biden ha ragioni principalmente politiche, visto che il 79% dei contrari è costituito da repubblicani, mentre la maggioranza dei democratici (61%) approva la gestione del conflitto del presidente con un margine di +31 punti su coloro che la criticano, anche se va sottolineato che tale margine pesa del 50% se confrontato con il +60 che è il margine di approvazione dei democratici sull'operato complessivo di Biden.
Complessivamente, circa i due terzi degli elettori americani (67%) – tra cui la maggioranza di democratici (77%), indipendenti (69%) e repubblicani (56%) – sostengono la richiesta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco permanente e una riduzione della violenza a Gaza. Si tratta di un aumento di 6 punti nel sostegno alla richiesta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco permanente rispetto all’ultima volta che Data for Progress ha posto questa domanda a novembre, con un aumento di 12 punti tra gli indipendenti.
Agli elettori è stata poi posta la stessa domanda, includendo anche "il rilascio degli ostaggi israeliani". Con tale formula, il sostegno degli elettori alla richiesta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco permanente aumenta al 74%, pari ad un incremento di 7 punti.
Questi dati, diffusi il 27 febbraio, contribuiscono a spiegare il risultato delle primarie che si sono svolte ieri in Michigan, dove i rappresentanti locali dei dem hanno permesso agli elettori che avessero votato Biden di esprimere una preferenza "uncommitted"... in sostanza un avvertimento all'attuale presidente a cui viene fatto presente che alle presidenziali non è certo che lo voteranno.
L'iniziativa è legata alla campagna intesa a fare pressione su Biden perché riveda il suo appoggio incondizionato al governo israeliano nel genocidio in atto a Gaza, di cui finora è stato tecnicamente complice.
Sono stati 900mila gli elettori dem che hanno votato alle primarie in Michigan, di questi l'81% ha votato per Biden e su quelle preferenze, quasi il 14% si è definito "uncommitted"... un numero molto al di sopra di quello che si attendevano gli organizzatori.
La comunità araba e musulmana in Michigan è molto importante e molto importante è anche quello Stato per il risultato delle presidenziali.
Il Michigan è anche uno dei più importanti Stati indecisi per le presidenziali. Nel 2016 ha contribuito a consegnare a Trump la Casa Bianca, con meno di 11.000 voti di vantaggio sulla Clinton. Quattro anni dopo, Biden vi ha sconfitto Trump ricevendo circa 150.000 voti.
Nel 2020, quasi 146.000 musulmani americani hanno votato alle elezioni generali nel Michigan. Se Biden continuerà a supportare Netanyahu nel massacro dei palestinesi, il prossimo novembre potrebbe non ottenervi la vittoria... e sa anche non può permetterselo se vuole rimanere alla Casa Bianca.