L'azienda del cognato e della moglie del presidente Fontana avrebbe ottenuto dalla Lombardia un appalto "a sua insaputa"
Il 16 aprile, nel pieno dell'emergenza Covid-19 in Lombardia, con le terapie intensive intasate e il personale sanitario senza dispositivi di protezione, la ditta del cognato e della moglie del presidente Attilio Fontana si è aggiudicata, senza passare una gara pubblica, una fornitura di camici da mezzo milione di euro. Lo ha scoperto l'inviato di Report Giorgio Mottola grazie al racconto esclusivo di un dipendente di Aria, la società pubblica per gli acquisti della Lombardia. Attraverso una procedura negoziata, la Dama spa, società che produce il noto marchio Paul&Shark, ha venduto alla regione oltre 70 mila camici. Ai microfoni di Report, il cognato di Fontana ha dichiarato: "L'appalto ci è stato assegnato a mia insaputa. Non avremo un euro dalla Regione Lombardia".
Questo è quanto riporta sul proprio sito la trasmissione di Rai 3, Report, per il lancio di uno dei servizi della puntata in onda lunedì 8 giugno.
Apriti cielo. Il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha spiegato in questi termini la notizia annunciando le immancabili querele:
Comprendo che l'esigenza sia far notizia e vendere copie, ciò che non comprendo sono le strumentalizzazioni scandalistiche tese a dare un'immagine distorta della realtà per abietti fini politici.Durante il periodo di crisi, appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti, Regione Lombardia è stata costretta ad incaricare la propria centrale acquisti, ARIA spa, per assicurare l'approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l'emergenza ricorrendo all'istituto della procedura negoziata ex art. 53 d.lgs. 50/2016 Codice degli appalti. Ogni giorno servivano centinaia di migliaia di mascherine, camici, visiere con urgenze e quantità che superavano di almeno cento volte (in alcuni casi anche migliaia) le ordinarie necessità di approvvigionamento pre Covid.Tra le tante aziende lombarde che hanno accolto la nostra richiesta di aiuto c'è la Dama SpA che ha convertito la sua produzione in dispositivo di protezione individuale per medici e operatori sanitari, tanto che il 14 aprile 2020 erano diversi gli articoli apparsi sui media che riportavano questa notizia positiva. La stessa Società si è distinta anche con una una donazione di 60.000 euro sul fondo straordinario per l'emergenza istituito da Regione Lombardia, e ha fornito gratuitamente mascherine e camici ad ospedali e amministrazioni comunali.Alla Dama SpA - una volta ottenute le certificazioni indispensabili per l’utilizzo sanitario - il 16 aprile vengono ordinati 7.000 set costituiti da camice + copricapo + calzari al costo di 9 euro (prezzo più basso in assoluto) e 75.000 camici a 6 euro (anche questi i più economici). Le forniture iniziano il giorno dopo e vengono immediatamente distribuite nei reparti ospedalieri per proteggere medici e infermieri.Nell'automatismo della burocrazia, nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l'azienda oggetto del servizio di Report, accompagnava il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di donare il materiale alla Lombardia, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso.Pertanto nessuna accusa può esser fatta a coloro che nel periodo di guerra al Covid-19 hanno agito con responsabilità e senso civico per il bene comune. Respingo fermamente ogni strumentalizzazione affidando alle autorità competenti la tutela della Regione Lombardia.
Il chiarimento di Fontana, però, in base a quanto anticipato da Report, non chiarisce la dichiarazione del cognato: "L'appalto ci è stato assegnato a mia insaputa. Non avremo un euro dalla Regione Lombardia".
E non chiarisce neppure il perché minacciare denunce se la Dama SpA ha emesso anche una nota di credito a seguito della fattura.
Se Fontana crede che non esista conflitto d'interesse alcuno nella vicenda... di che si preoccupa? Inoltre, se il servizio, una volta mandato in onda, non dovesse corrispondere al vero, avrebbe comunque tutte le possibilità e tutto il tempo per adire le vie legali.
Invece, in seguito alla sua indignazione anticipata, Fontana non ha fatto altro che fare da traino pubblicitario ad una trasmissione che in molti, invece, non avrebbero visto. Adesso non sarà così.
Vedremo se oltre a quanto dichiarato da Fontana la vicenda nasconde anche altro, magari cose che il presidente della regione Lombardia si è dimenticato di riferire.