Dopo il fallito tentativo di golpe, che ogni giorno che passa sembra sempre di più una messa in scena, Erdogan è passato alla rappresaglia, eliminando dall'apparato pubblico qualsiasi presunto oppositore, licenziando

2745 giudici
8000 poliziotti
1500 dipendenti del ministero delle Finanze 
8750 dipendenti del ministero dell'Interno
30 prefetti
50 governatori di distretti provinciali
migliaia di membri delle forze armate

Oltre  a questo, ha minacciato di ripristinare la pena di morte nei confronti di coloro che hanno organizzato e partecipato al fallito colpo di Stato.


La reazione al tentativo di roveciarlo militarmente è stata non solo immediata, ma anche spietata, tanto da suscitare le proteste di molti capi di Stato con cui Erdogan ha finora avuto stretti rapporti.


Da qui l'imbarazzo di molti leader europei. Tra questi, la Merkel ha fatto sapere ufficialmente che nel caso in cui Erdogan ripristinasse la pena di morte, in nessun caso, potrebbe poi far parte dell'Unione Europea.


Le condizioni dei golpisti che si sono arresi, mezzi nudi, quasi ammassati gli uni sugli altri e picchiati, testimoniate da foto e video sui social network, sono più eloquenti di qualsiasi descrizione e testimoniano l'assoluta mancanza di rispetto dei diritti umani da parte del regime di Erdogan.