Se hai alzato il gomito e vieni violentata non è possibile che alla condanna per stupro siano aggiunte le aggravanti.

Adesso, bere un bicchiere in più, per una donna, non sarà solo un problema nel caso debba mettersi alla guida di un auto!

Il caso di stupro di gruppo al centro della sentenza della terza sezione penale della Cassazione, racconta la storia di una doppia beffa per la vittima che aveva subito violenza sessuale da parte di due 50enni.

Nel 2017 la Corte d’Appello di Torino aveva condannato i due responsabili della violenza a tre anni di reclusione. Dopo la sentenza della Cassazione, però, si dovrà procedere a un nuovo rinvio a giudizio sulle aggravanti che porterà, come conseguenza, ad una pena inferiore.

In base al principio introdotto di «assunzione volontaria», la Cassazione fa decadere qualsiasi richiesta di aggravante, in base alla seguente "teoria": «C’è stata violenza sessuale di gruppo con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica - si legge nella sentenza 32462 della terza sezione penale - ma si deve rilevare che l’assunzione volontaria dell’alcool esclude la sussistenza dell’aggravante, poiché la norma prevede l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa».

Quindi, anche se l’assunzione di alcol incide sulla valutazione del valido consenso, nel caso sia volontaria non fa però sussistere le aggravanti.

Anche se da un punto di vita logico la sentenza della Cassazione può sembrare razionale, da un punto di vista pratico finisce per far aumentare il senso di colpa di una vittima di stupro, tema non certo secondario, molto dibattuto e al centro delle campagne contro la violenza sulle donne.